Fedra

Fedra

di Ghiannis Ritsos

con Isabella Ferrari

e con Georgia Privitera – violino

regia Vittoria Bellingeri

La poesia e il mito greco, ovvero le radici e l’essenza stessa della comune cultura e civiltà occidentale, rivivono nella Fedra firmata da Ghiannis Ritsos, uno dei più importanti poeti ellenici del ventesimo secolo. Protagonista Isabella Ferrari, attrice amatissima dell’universo cinematografico, diretta da Vittoria Bellingeri e accompagnata dalla violinista Georgia Privitera.

In questa efficace rilettura estremamente contemporanea, Isabella Ferrari dà voce alla passione impossibile di Fedra per Ippolito, figlio del suo sposo, l’ateniese Teseo.

A lungo internato nei “campi di rieducazione nazionali” a causa del suo manifesto marxismo, decisamente poco gradito nel dopoguerra greco, tra la guerra civile e la dittatura dei colonnelli, Ghiannis Ritsos, attraverso una lingua piana, diretta e per questo estremamente efficace, usa le maschere dell’antica Grecia per parlare di democrazia, per far emergere le crisi sociali e quelle individuali, e infine per portare alla luce i sottili contrasti che disorientano e al tempo stesso fanno percepire con l’immediatezza della sensazione pura tutto il dolore di una vita di opposizione al regime.

Anche Ritsos, come tanti drammaturghi, da Seneca a D’Annunzio, sedotto dal mito di Fedra, le ha dedicato un’opera, concentrandosi sul suo eros proibito, sulla sua psicologia.

La dichiarazione d’amore della Fedra di Ritsos ad Ippolito è una confessione che si svela gradualmente, sofferta, dilazionata con allusioni, rimandi, dichiarazioni indirette fino allo svelamento finale.

La “sua” Fedra esplora i turbamenti contrastanti di una donna vittima delle proprie passioni e dei sensi di colpa che ne scaturiscono.

Un monologo di grande intensità trova nell’interpretazione di Isabella Ferrari una preziosa e intensa dimensione di poesia e di sogno, impreziosita dalle note del violino di Georgia Privitera.

Ghiannis Ritsos

Poeta, scrittore e illustratore greco Ghiannis Ritsos, era stato fortemente osteggiato durante il colpo di stato dei colonnelli del 1967 arrivando anche alla deportazione nel campo di concentramento di Partheni sull’isola di Leros. Solo in seguito ai movimenti d’opinione internazionali in suo favore, gli venne concesso il domicilio coatto ad Atene, dove morì nel 1990. Autore di numerose raccolte di poesia, completò proprio durante l’esilio la serie di monologhi d’ispirazione mitologica “Quarta dimensione”, di cui fa parte “Fedra”.