Shakespeare’s Breakdowns

Shakespeare’s Breakdowns
duo per voce recitante, contrabbasso

drammaturgia e voce Vitaliano Trevisan
musiche – eseguite dal vivo – Daniele Roccato (contrabbasso)

About anyone so great as Shakespeare, it is probable that we can never be right; and if we can never be right, it is better that we should from time to time change our way of being wrong.

T.S. Eliot, Shakespeare and the stoicism of Seneca

Vitaliano Trevisan e Daniele Roccato si sono incontrati diverse volte lungo sentieri di parole e di musica. Il precedente spettacolo, Il ponte, dall’omonimo romanzo di Trevisan, ci conduce nella mente di un uomo: nel giallo di una vita di ordinaria follia.

Oggi i due guardano ai personaggi di William Shakespeare, seguendone le debolezze deflagranti, le crisi nervose, gli attacchi di panico che deragliano. E ci guidano attraverso nuove profondità dell’animo umano.

Per iniziare, un frammento da “Il Passato e i Pensieri”, di Alexandr Herzen:

Non dissi nemmeno una parola; stavo in salotto davanti al tavolo grande con le braccia incrociate sul petto…probabilmente il mio viso era del tutto sconvolto. Il silenzio continuò ancora…

La moglie, Natalia, ha appena confessato di essere innamorata di un altro uomo. Un crollo non shakespeariano. Ma non occorre essere Otello perché impeti di gelosia, di vendetta, di amor proprio offeso, inebrîno al punto di arrivare a concepire la possibilità di un atto estremo che, come nel caso di Herzen, va contro tutti i nostri più fermi principî; né occorre essere Macbeth per provare paura di fronte a orrori solo immaginati.

Il silenzio continuò ancora, scrive Herzen. E le parole di Shakespeare, i suoi crolli, ci sembrano lo strumento ideale per indagare quel silenzio.

L’opera di Shakespeare è disseminata di crolli nervosi – ciò che oggi chiameremmo “attacchi di panico”. Uomini stagliati, sicuri di sé stessi, determinati e privi di pensiero (dubbio) nell’azione – Macbeth; che hanno fatto dell’autocontrollo una disciplina – Otello; cinici al punto da riuscirci simpatici a dispetto di crimini orrendi – Riccardo III, arrivano al punto di rottura e si ritrovano annichiliti dall’improvvisa coscienza di una totale perdita di controllo. Entra in scena il corpo.

Il cuore batte sulle costole. Il respiro si fa affannoso. Per respirare devo ricordarmi. Se non mi ricordo, non respiro. Il testo si incrina: crollo del personaggio.

Non so se ciò che ho scritto ha un senso. Crollo anche del drammaturgo.

Affrontare il problema da un punto di vista musicale. Forse è questa la chiave. Forse no.

Vitaliano Trevisan

Il termine “crollo” in termini musicali rappresenta un irresistibile riferimento ad una delle modalità più creative nella storia della musica: il demolire, o il lasciar collassare qualcosa per recuperarne i pezzi e utilizzarli come materiale per nuove costruzioni. In architettura lo si è fatto per millenni. In musica per secoli, magari nascondendo i pezzi più scomodi in un grosso armadio.

Si è costruito sulle macerie della tonalità, sulle macerie della forma e oggi sulle macerie delle avanguardie e del postmodernismo. Qualcuno disse che se il seme non muore non porta frutto…

Questo lavoro si regge su una logica formale prettamente musicale e alla mancanza che segue la presenza, al vuoto che segue il crollo affida il proprio nutrimento e la propria sorte.

Siamo come naufraghi su un’isola che rivela le rovine di un’antica e splendida civiltà. Con queste macerie dobbiamo costruire i nostri rifugi.

Daniele Roccato

Il sodalizio Vitaliano Trevisan Daniele Roccato ha già prodotto diversi spettacoli, tra cui Solo et Pensoso, Note sui Sillabari, Burroughs in Cage, Il ponte, e ora Shakespeare’s Breakdowns.

Vitaliano Trevisan, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, attore, è una delle voci più incisive e originali della letteratura italiana contemporanea. È autore di punta della casa editrice Einaudi dall’uscita nel 2002 de I quindicimila passi, che gli ha valso la notorietà e il Premio Campiello Francia. Il suo ultimo romanzo è il monumentale Works, Einaudi 2016, accolto con grande clamore dalla critica.

Per il teatro ha scritto Giulietta, monologo per Michela Cescon, diretta da Valter Malosti, premio Hystrio 2004; Solo RH per Roberto Herlitzka nel 2007; Una notte in Tunisia con Alessandro Haber, regia di Andrée Ruth Shammah, 2011; Riccardo III per Alessandro Gassmann (2014. Tra i suoi lavori più recenti: Il Giocatore, adattamento da Dostojevski, regia Gabriele Russo, Napoli 2017; North by North-East (in Ritratto di una Nazione), produzione Teatro di Roma, regia Fabrizio Arcuri, Roma 2017. Per il cinema ricordiamo tra tutti Primo amore, regia di Matteo Garrone, di cui firma la sceneggiatura, e dove è protagonista con Michela Cescon.

Daniele Roccato è uno tra i contrabbassisti più autorevoli in attività, sia come interprete sia come compositore. Per lui hanno scritto e trascritto Gavin Bryars, Fabio Cifariello Ciardi, Julio Estrada, Ivan Fedele, Sofia Gubaidulina, Hans Werner Henze, Filippo Perocco, Terry Riley, Nicola Sani, Stefano Scodanibbio. Nel campo della creazione estemporanea e dell’improvvisazione ha realizzato progetti concertistici e discografici con Tarek Atoui, Bruno Chevillon, Mark Dresser, Paolo Damiani, Marc Ducret, Vinko Globokar, Garth Knox, Joëlle Léandre, Ciro Longobardi, Elio Martusciello, Sabina Mayer, Thollem McDonas, Butch Morris, Fabrizio Ottaviucci, Barre Phillips, Dominique Pifarély, Michele Rabbia, Ernst Reijseger, Terry Riley. Improvvisa spesso con danzatori, attori, scrittori, poeti, pittori, scultori (per es. con Jim Dine, tra i fondatori della Pop Art). Roccato ha composto musiche di scena per la Societas Raffaello Sanzio e per il Teatro delle Albe. Ha collaborato a lungo con Stefano Scodanibbio e con il coreografo Virgilio Sieni.