Appunti da 70 Solitudini e un Coro

 

Appunti da 70 solitudini e un coro
miniature di Lea Gramsdorff e Simone Dulcis

presentazione Efisio Carbone

progetto Dolce Gramofon

La pittura trasforma lo spazio in tempo, la musica il tempo in spazio.
                                                               (Hugo Von Hofmannsthal)

Avvicinando Beethoven - Sonata  N2-Op5 NdP 2015a

Settanta solitudini e un coro, opera realizzata a “quattro mani” da Simone Dulcis e Lea Gramsdorff, sviluppa l’intreccio secolare tra arte visiva e musica in un suggestivo viaggio da vedere, ascoltare, ma soprattutto sentire col cuore.

Settanta piccoli dipinti ispirati ad altrettanti brani musicali raccolti come un bouquet dal giardino sterminato della musica classica: Bach, Mozart, Beethoven, i romantici, Mendelssohn, Schubert, Chopin, Liszt, fino agli autori contemporanei quali Schoenberg, Shostakovich, Stravinsky, Boulez.

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Il progetto che verrà presentato a Berlino (proposto in anteprima, per soli quattro giorni, allo Spazio (In)visibile) approda alla Notte dei Poeti in un nuovo allestimento: (Appunti da) 70 solitudini e un coro è un’opera aperta, una sorta di work in progress che prevede l’inserimento di nuove opere o una selezione di esse per arricchire e variare costantemente il risultato.

Prima e ultima condizione dell’essere umano, la solitudine mette a nudo l’Io sull’orlo di un abisso felice e terribile ad un tempo. Ma è anche una condizione essenziale per l’artista: “Senza una grande solitudine nessun serio lavoro è possibile.” (Picasso)

simone dulcis

Nell’impianto informale di Simone Dulcis, che potremmo ben definire tonale, esistono piccole figure isolate accompagnate, in alcuni casi, da archetipi del quotidiano, individui cesellati in punta di pennello da Lea Gramsdorff che costruisce linee melodiche per queste minute composizioni.

Le grandi cornici, sproporzionate, amplificano l’effetto surreale dei frammenti che comunicano col mondo; a volte sembrano quasi stritolate da una gravità diversa, come se le leggi della fisica, tra il dentro e il fuori, fossero differenti.

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A noi non resta che spiare, come giganti curiosi, attraverso questi stretti spazi, porzioni vastissime di territori spirituali. Ci vengono in mente i Piccoli Pezzi per pianoforte op.19 di Schoenberg, poche battute per costruire nuovi universi. Ma anche, portando la mente a ritroso nel tempo, le ispirate opere di Caravaggio dove la presenza di una partitura reale accompagnava col suono i capolavori immortali sacri e profani.

Il XX secolo apre trionfante la strada alla fusione delle arti che si incontrano nell’astrazione tonale, nella rivoluzione estetica delle avanguardie: “Mi sembrava che l’anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l’inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita.” (Kandinsky)

Brahms CelloSonata n1 op38

L’opera di Simone e Lea, una “promenade” in 70 stazioni dedicate alle solitudini dell’uomo, svela l’arcano nella 71° tela: una sala da concerto che attende i 70 protagonisti delle opere precedenti.

I coristi, presentati come esseri solitari nell’eremo del loro spirito, stavano preparandosi all’esibizione nella concentrazione di uno spazio isolato, dentro un tempo collettivo, simultaneamente.

Il suono di un applauso fa riaffiorare il sorriso sul nostro volto, riprenderemo a meditare sulle numerose metafore di questi straordinari lavori, ma ora godiamoci il concerto.

Efisio Carbone

Mozart Requiem

  •  Pula/ Ex Municipio – via Nora 195: dal 22 luglio al 7 agosto 2015