Sogno di una notte di mezza estate

Sogno di una notte di mezza estate

ParmaConcerti

Sogno di una notte di mezza estate

progetto di Giovanni Bellucci
dedicato a William Shakespeare nel 450° anniversario della nascita

con Giovanni Bellucci (pianoforte)

e con la partecipazione straordinaria di Giancarlo Giannini

testi William Shakespeare

musiche Charles Valentin Alkan, William Byrd, Ludwig van Beethoven, Ferruccio Busoni, Fryderyck Chopin, Felix Mendelssohn, Gioachino Rossini

Il pianismo raffinato di Giovanni Bellucci e l’interpretazione incomparabile di un mostro sacro del cinema italiano, Giancarlo Giannini, rendono omaggio al genio assoluto di William Shakespeare, in una serata che alterna brani musicali composti proprio partendo da suggestioni testuali del Bardo a pagine indimenticabili della letteratura contemporanea.

 

«Non so se geniali compositori come Beethoven, Chopin o Liszt fossero davvero tanto lontani dalle bassezze umane di Jago, o se i loro animi non celassero istinti selvaggi simili a quelli di Calibano: per Shakespeare, citando il suo “Mercante di Venezia”, la musica è l’arte della sensibilità, è l’espressione della bontà. Ma il Romanticismo di Beethoven, di Chopin, di Liszt, di quel misconosciuto funambolo della tastiera che fu il parigino Alkan, è caratterizzato dall’anelito all’Infinito, all’Assoluto, al Sublime, e da quella inquieta e struggente condizione della psiche definita da un intraducibile quanto affascinante vocabolo tedesco: Sehnsucht.

Desiderio del desiderio, o malattia del doloroso bramare, le cui due più importanti derive pianistiche, di natura quasi patologica, sono il potente virtuosismo trascendentale e il suono impalpabile, quel sussurrare attraverso i martelletti che evoca una dimensione immateriale pre-impressionista.

Eseguire la Sonata detta “La Tempesta” di Beethoven, il misterioso Notturno in sol minore composto da Chopin dopo aver assistito alla rappresentazione teatrale di “Amleto”, i fuochi d’artificio lisztiani della Parafrasi sul “Sogno di una notte di mezza estate” di Mendelssohn, una serie di spettacolari variazioni sulla celeberrima Marcia Nuziale, alla luce delle letture shakespeariane di un grande artista come Giancarlo Giannini, mi è sembrato il modo migliore per ricreare l’originaria ambientazione espressiva di questi capolavori sonori, nel tentativo di riviverne l’intensità primordiale, la scaturigine dell’ispirazione creativa. Chissà che questo connubio di parole e suoni non riesca anche -subliminally – a generare una sorta di interferenza ottica che, come in un sogno (…di una notte di mezza estate), faccia apparire accanto a noi, per novanta minuti, l’ologramma di William Shakespeare».

Giovanni Bellucci