C’est la Vie!

Madame Brûlée in

C’est la Vie!

Le quotidiane acrobazie del vivere

di e con Virginia Viviano

con il Laboratorio di Riciclo “Costruisci la tua bici”

C’est la Vie. Ovvero le quotidiane acrobazie del vivere viste attraverso la lente del circo e del gioco. Uno spettacolo nuovo, divertente fino alle lacrime ed ecologico: Madame Brûlée arriva nei teatri, nelle piazze e nelle scuole con la sua bicicletta (La Caravan Perdù Maison) colorata, piena di girandole e girasoli, usa solo scenografie riciclate e biodegradabili e tutto è fatto rigorosamente a mano.

C’est la Vie!: spettacolo d’ambientazione surreale alla Magritte, in un tempo sospeso alla Beckett, mette in scena le quotidiane acrobazie del vivere in un sogno dentro al sogno in cui si vola alla Chagall!

Madame Brûlée non è mai la stessa, eppure non cambia mai. Dal suo abito, formato da un cumolo di macerie incenerite a forma di montarozzo (che ricorda la montagna in cui è interrata Winnie di Giorni Felici) spuntano mani e testa e pende ogni sorta d’oggetto: piatti e bicchieri bruciacchiati, vasi di fiori, gabbiette, un grammofono, cornici con vecchie foto, bambole di porcellana, fiocchi e nastrini, ventagli, lampadari, vecchie radio… ogni giorno il cumulo aumenta e lei sprofonda dentro sempre più. Ma la notte, quando s’addormenta dentro il suo guscio vestito gabbietta, riesce a volare esile e leggera come un raggio di luna e ogni volta è diversa. In costante tensione tra il peso della realtà e la leggerezza dei sogni; tra cadute vertiginose e voli inebrianti, Madame Brûlée usa il circo e la danza tra comico e grottesco in una chiave tragicomica e sempre aperta al gioco col pubblico.

C’est la Vie! racconta le vicissitudini di una donna comunemente straordinaria: Madame Brûlée, governante/diva della Caravan Perdù Maison. Esperta apprendista in torte senza uova senza burro senza latte senza farine ma con molto amore, in rimedi e fatture con le ortiche e la salvia e in consulenze paraboliche. Madame Brûlée è grassissima, sa un po’ di bruciato, come dice lo stesso nome, ma quando vuole diventa un acciughina, dentro a suo vestito rosso satinato, sagomato, satin. Una donna coriacea, immobile, che non sta mai ferma. Trasformista: sirena sotto l’acqua, ciclamino al sole, luminosa come una stella nel buoi del cielo. Madame Brûlée è sempre in movimento, eppure non si sposta mai. I suoi sogni d’amore mescolati al caffè latte della mattina e all’umido da buttare la sera… possono trasformare una semplice passeggiata al parco in un odissea avventurosa dall’esito incerto. Suo Marito Monsieur Pas Mal è al lavoro oppure è già uscito con la fidanzata, i loro figli Riquet e Ginette sono a scuola, le amiche Coqui et Coquette attaccate allo smartphone e il suo cane Pierrot si accoppia con tutte le cagnette del parco, mentre lei fa yoga appesa ad un ramo…

Lo stile. I continui smottamenti di realtà, il ritmo serrato e le situazioni paradossali fanno mancare la terra sotto i piedi ai personaggi e allo spettatore che si trovano proiettati in un frenetico e divertente gioco d’acrobazie rocambolesche e in situazioni improbabili ma possibili e riconoscibili da tutti. Il circo e la danza diventano qui strumento d’espressione per eccellenza in grado di rappresentare il fragile equilibrio tra leggerezza e pesantezza, tra realtà e finzione, tra comico e grottesco per un effetto comico e tragico allo stesso tempo. La giocoleria usa oggetti comuni trasformandoli in occasione per leggere il destino, come oracoli da interrogare. Le acrobazie sono la danza delle emozioni che esplode al di fuori, oltre i limiti del sentire e l’animazione di pupazzi e maschere trasformano il quotidiano in magia e astrazione.

C’est la Vie! è adatto ad ogni tipo di pubblico essendo prettamente visivo, dal ritmo dinamico e comprensibile a più livelli. Lo spettacolo cerca di arrivare soprattutto dove il teatro manca, per le strade, nelle piazze, nelle scuole… e va a sostenere iniziative che proteggono l’ambiente e rispettano la natura.

Il LABORATORIO: Costruisci la tua bici

Dedicato ai bambini dai 4 ai 12 anni. Da cosa nasce cosa (Bruno Munari).

Lo scopo del laboratorio è quello di costruire una storia partendo dall’oggetto costruito con materiali di riciclo. Infatti anche un rifiuto può diventare una risorsa per la fantasia e può servire a rendere i bambini consapevoli degli sprechi e più attenti al rispetto e alla cura dell’ambiente. La forma, la materia e il colore degli oggetti vengono tradotti in emozioni e stati d’animo e verbalizzati come storia in cui tutto diventa possibile e libero da preconcetti. Un oggetto può essere bello non solo da un punto di vista estetico ma soprattutto per ciò che racconta.

Obbiettivi:

Conoscere i materiali riciclabili per dare nuove identità alle cose.
Osservare come ad un oggetto possa corrispondere un emozione.
Aumentare la capacità manuale dalla quale poter trarre spunti per la creatività affabulatoria.
Imparare a sviluppare capacità di analisi, memorizzazione e interiorizzazione affermando il proprio sguardo.
Liberarsi da timori e inibizioni.
Cooperazione, mimesi e immedesimazione: imparare ad ascoltare gli altri per conoscere meglio anche se stessi.

Si va dalla costruzione di astronavi all’invenzione mongolfiere, dai sottomarini ai trenini. Potrem(m)o costruire: vascelli fantasma, macchine d’epoca e di formula uno… aereoplanini, tricicli, monopattini e tanto ancora… tutto vale per affrontare il viaggio. Ad ognuno il suo: interstellare, interplanetario, sotto i mari, dentro la terra, nel tempo, tra i sogni e i desideri. Non ci saranno limiti e tutti insieme vedremo cose mai viste!

NOTE

L’ispirazione per C’est la vie è arrivata con la dichiarazione di un famoso ballerino di danza contemporanea, Antony Rizzi, che annunciava la sua intenzione di comporre una coreografia coi movimenti che si fanno in cucina: ripetitivi, precisi, calcolati, ma anche liberi, leggeri, in cui l’imprevisto è uno spunto per creare ciò che prima mancava.

Da allora ho osservato in ogni piccolo gesto quotidiano il suo lato artistico, nascosto dietro i dettagli, le scelte, le coincidenze, le sensazioni appena sfiorate. È dal particolare che si può cogliere l’universale. Osservare con la lente dell’astrazione e dell’ironia la vita le ha conferito leggerezza dando una nuova dimensione anche agli avvenimenti poco felici. L’incendio del mio teatro camper con tutto il materiale di scena accumulato in 15 anni di lavoro ha scatenato delle reazioni a catena imprevedibili che hanno in qualche modo cambiato il corso della mia vita. Intravedendo il lato tragicomico di tutto ciò, ho cominciato ad accomodarmi dentro al personaggio che viene fuori dall’esasperazione dei mie tratti distintivi, attraverso gli occhi della gente che assiste alle sue vicissitudini come ad un’acrobazia assurda e spettacolare. Trasportare la spesa della settimana in equilibri instabili contro qualsiasi legge gravitazionale nei cestini della bicicletta e affrontare la salita di viale Marconi per tornare a casa; andare a prendere mia figlia dall’asilo sempre in bici ma in più col cane al guinzaglio che trotta alla destra; cogliere ai margini della strada fiori e piante commestibili e medicinali (quest’ultime le metto sulle piaghe di mia madre contro ogni parere e assuefatto senso comune); svegliarsi tutti i giorni alle 5 del mattino e fare due ore di yoga con tanto di mantra; mettere la sveglia anche per andare a letto, fare il pane due volte a settimane e la pizza una; fare il sapone e i detersivi in casa una volta al mese; cucire a macchina; stirare tutti i sabato mattina, mentre mio figlio fa i compiti e mia figlia fa altrettanto ma sui muri della cucina appendendosi su qualche mobile; fare una marmellata diversa ogni settimana; lavare tutti i giorni i pavimenti e mettere piante e fiori in ogni angolo scaffale o cassetto della casa; andare dal parrucchiere, esser bella; iscriversi a danza classica a 42 anni; avere un fidanzato super geloso possessivo e anche un po’ violento e vivere con il padre dei miei figli che a sua volta ha un’altra fidanzata… Se guardo tutto ciò dal di fuori le acrobazie che faccio sul mio trapezio volante per guadagnarmi da vivere mi sembrano niente a confronto! Perciò C’est la vie, signore e signori lo spettacolo di una vita e una vita da spettacolo!

Virginia Viviano