Relazioni Pericolose o Relazioni Meravigliose?!?
‘Un giorno Alice arrivò a un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.
“Che strada devo prendere?” chiese.
La risposta fu una domanda:
“Dove vuoi andare?”
“Non lo so”, rispose Alice.
“Allora, – disse lo Stregatto – non ha importanza.”
Tania Gatto
Alice nel Paese delle Meraviglie
Quando andavo alla scuola materna, le maestre ci fecero preparare la classica recita di fine anno. Io ero arrivata solo da un anno, ma mi diedero il ruolo della protagonista. Dovevamo mettere in scena Alice nel Paese delle Meraviglie; io ero Alice. E dire che non ero nemmeno particolarmente affascinata da quel cartone, erano altri quelli che preferivo. Non ero particolarmente affascinata nemmeno dalla sua storia, non la capivo, non mi faceva piangere come il Re Leone, né mi faceva battere il cuore come la Bella e la Bestia. Così, dopo averla interpretata, me ne dimenticai.
Poi, recentemente, ho letto che sarebbe uscita un’edizione di Alice nel Paese delle Meraviglie illustrata con gli acquarelli di Salvador Dalì. L’ho comprata. Ho letto il libro per la prima volta, e sono rimasta sconvolta. Avrei potuto chiamarmi Alice tanto quella storia somigliava a dei momenti della mia vita, tanto poteva somigliare alla vita di tutti. Chi a un certo punto della sua vita non si è sentito come se gli avessero cancellato tutte le strade dinanzi, e che ha fatto? l’unica cosa da fare, si è seduto e ha pianto. Quel libro era pieno zeppo di perle di saggezza, la più importante per me, quella nella citazione sopra. Ho capito che da bambina non potevo capire quel libro, non ero abbastanza adulta per cogliere l’inizio dell’età adulta in Alice, ed ero troppo bambina per capire che ci sarebbe stata una fine dell’essere bambini. Altro che libro per l’infanzia! Spiegate a un bambino l’ossessione del Bianconiglio per il tempo, e penserà lui che siete tutti matti.
Investigando la biografia di Lewis Carroll ho scoperto che era un matematico, un logico. Ma che figata! Cioè, io non ne so molto di matematica ma quello che ho capito è che lui sapeva prendere un’intuizione e trasformarla in qualcosa di codificabile. Ribadisco, ma che figata! E che cosa utile, nella matematica certamente, ma soprattutto nella vita. E la letteratura racconta la vita.
Non vedo l’ora di vedere questo spettacolo, che sembra premettere, e ragionevolmente voler sfatare, una contrapposizione tra matematica e letteratura, come se fossero agli antipodi. “Le relazioni pericolose” tra queste due materie, a me sembrano piuttosto “le relazioni meravigliose” e sono proprio curiosa di vederle in scena. Delle tre eroine dell’opera Alice è sicuramente la mia preferita!