L’Affare Vivaldi

Reggio Iniziative Culturali

L’Affare Vivaldi
dal romanzo di Federico Maria Sardelli (ed. Sellerio)

con Luigi Lo Cascio – voce recitante

e l’Ensemble Modo Antiquo
Federico Maria Sardelli, flauto dritto e traversiere
Raffaele Tiseo, violino
Paolo Cantamessa, violino
Bettina Hoffmann, violoncello
Gianluca Geremia, tiorba

musiche Antonio Vivaldi

direzione musicale Federico Maria Sardelli
drammaturgia Luigi Lo Cascio e Federico Maria Sardelli

Lo spettacolo – in forma di concerto-reading – è interamente dedicato all’opera di Antonio Vivaldi e liberamente inspirato al romanzo “L’affare Vivaldi” di Federico Maria Sardelli, edito da Sellerio, già vincitore del Premio Comisso 2015 per la narrativa. Luigi Lo Cascio riscrive e interpreta il testo di questo questo leggibilissimo libro per raccontare l’itinerario dei manoscritti di Vivaldi attraverso i secoli, ricostrunendo la storia avvincente e quasi sconosciuta di come questi documenti preziosi, e le opere in essi contenuti, abbiano rischiato di sparire nel nulla, e siano stati invece – fortunatamente – ritrovati e da chi.

Tra musiche inedite del giovane Vivaldi, magistralmente eseguite dall’Ensemble Modo Antiquo, la lettura di Luigi Lo Cascio si muove con grande agilità e sicurezza su piani differenti dando allo spettatore l’opportunità di seguire, sia sul piano musicale, sia sul piano musicologico, l’affascinante percorso di un enorme patrimonio musicale che ha rischiato di andare perduto. La fortuna popolare delle “Quattro stagioni” di Vivaldi ha infatti certamente reso il nome del compositore familiare al grande pubblico, al punto forse di costituire un ostacolo alla conoscenza più ampia della sua opera, vasta, complessa e affascinante. I molti appassionati di Vivaldi pur apprezzando le sue composizioni orchestrali e la musica vocale, sia sacra che profana, non sanno però che grandissima parte dell’opus vivaldiana è rimasta per secoli sepolta nelle biblioteche di famiglie aristocratiche più o meno decadute, e che ha rischiato di non riveder mai più la luce.

Quello che rende lo spettacolo particolarissimo e fruibilissimo, è che questa materia, potenzialmente oggetto di dotte dissertazioni e grande erudizione, è trattata dall’attore con deliziosa leggerezza e grande (e fine) senso dell’umorismo. L’artista coniuga il linguaggio e il registro narrativo con un umorismo contemporaneo e con una straordinaria interpretazione dell’ambientazione che passa dall’epoca vivaldiana fino al periodo fascista, in ogni momento con una lingua adatta e allo stesso tempo venata di garbata ironia. L’umorismo che pervade il testo rende lo spettacolo divertente, ancorché alquanto istruttivo e Lo Cascio ha la capacità di adottare un registro sobrio e serio quando la narrazione tocca momenti difficili della storia nazionale.

Sul palco anche lo stesso Federico Maria Sardelli: personaggio eclettico e irriverente, artista poliedrico, studioso – fra i massimi al mondo – della vita e delle opere di Antonio Vivaldi, è in grado di esprimersi molto egregiamente con la penna, con gli strumenti da disegno (è un noto fumettista e vignettista, ma è particolarmente versato anche nel ritratto e nell’acquaforte) oltre che con la bacchetta di direttore (fondatore dell’ensemble “Modo Antiquo”, ha diretto prestigiose orchestre quali quella del Gewandhaus di Lipsia, la Kammerakademie Potsdam, l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino…) e come interprete del flauto, il suo strumento. Figlio di una terra dove la satira pungente ed il “ruzzare” (scherzare, in livornese) fanno parte del Dna collettivo, ma soprattutto figlio di Marc Sardelli (noto maestro disegnatore, ritrattista e pittore).

In conclusione, uno spettacolo che chiunque abbia ascoltato con piacere la musica di Vivaldi dovrebbe vedere – e che rimane piacevolissimo anche per chi si approccia per le prime volte al barocco.

I PROTAGONISTI

Federico Maria Sardelli Direttore

Federico Maria Sardelli
direttore d’orchestra, musicologo, compositore, flautista

Fonda nel 1984 l’orchestra barocca Modo Antiquo con cui svolge attività concertistica in tutta Europa sia in veste di solista che di direttore, nei maggiori festivals di musica antica. È ospite delle maggiori sale d’Europa, come il Concertgebouw di Amsterdam o il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi. Federico Maria Sardelli è direttore principale ospite dell’Orchestra Filarmonica di Torino. È invitato come direttore in numerose altre orchestre, come il Gewandhaus di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, la Real Filarmonia de Galicia, il Maggio Musicale Fiorentino, l’orchestra della Fondazione arena di Verona, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’orchestra dei Pomeriggi Musicali.

Federico Maria Sardelli incide per Naïve e Deutsche Grammophon, e ha al suo attivo più di quaranta incisioni discografiche, sempre in veste di direttore e di solista. La sua ricostruzione e prima incisione dei Concerti Grossi op. VI di Corelli con strumenti a fiato ha costituito un evento nel panorama della musica antica. Nel Febbraio del 1997 ha ricevuto a New York, per il suo disco Vivaldi, Concerti per molti Stromenti, la nomination ai Grammy Awards, il massimo riconoscimento per l’attività discografica; nel 2000 una seconda nomination è giunta a premiare la sua ricostruzione dei Concerti Grossi di Corelli.

Federico Maria Sardelli è un protagonista della rinascita del teatro musicale vivaldiano dei nostri tempi: sue sono le prime rappresentazioni, incisioni ed edizioni mondiali di numerose opere vivaldiane inedite. Le sue incisioni discografiche sono sostenute dalla Westdeutscher Rundfunk Köln (WDR).

Nel 2005, presso il Concertgebouw di Rotterdam, ha diretto la prima mondiale dell’opera Motezuma di Vivaldi, riscoperta dopo 270 anni. Nel 2006 ha diretto la prima ripresa mondiale dell’opera L’Atenaide di Vivaldi al Teatro della Pergola di Firenze. Nel 2007 è stato direttore principale dell’HändelFestspiele di Halle, dove ha diretto l’opera Ariodante. Nel 2009 ha diretto ed inciso la prima mondiale del Modo alla Rovescia di Salieri, nel 2010 il Giasone di Francesco Cavalli alla Vlaamse Opera e l’Alcina di Händel al Teatro Municipal di Santiago del Cile, nel 2011 il Ritorno di Ulisse in Patria.

Nel 2012 ha inciso in prima mondiale le ultime otto scoperte vivaldiane (New Discoveries II, Naïve) e diretto in prima mondiale il nuovo Orlando Furioso di Vivaldi da lui riscoperto e ricostruito (Festival di Beaune, disco Naïve).

È membro del comitato scientifico dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi presso la Fondazione G. Cini di Venezia, per il quale ha pubblicato il volume La musica per flauto di Antonio Vivaldi (Olschki, 2002) che è stato tradotto in inglese da Michael Talbot (Ashgate, 2007). Sempre per conto dell’Istituto ha creato e dirige la collana di musiche in facsimile «Vivaldiana», edita da SPES. Numerosissime sono le sue pubblicazioni musicali e musicologiche, edite da Bärenreiter, Ricordi, SPES, Fondazione G. Cini.

Nel luglio 2007 Peter Ryom lo ha incaricato di continuare la sua monumentale opera di catalogazione della musica di Antonio Vivaldi e da quel momento Federico Maria Sardelli è il responsabile del Vivaldi Werkverzeichnis (RV).

Il 28 novembre 2009 la Regione Torscana lo ha insignito, «per l’eclettismo artistico e lo spessore culturale evidenti», della sua più alta onorificenza, il Gonfalone d’Argento.

Nel 2012 è apparso il suo Catalogo delle concordanze musicali vivaldiane (Fondaz. G. Cini/Olschki).

Federico Maria Sardelli è anche pittore, incisore ed autore satirico; ma questa è un’altra storia.

Luigi Lo Cascio

Luigi Lo Cascio
attore e regista

Nato a Palermo nel 1967, Luigi Lo Cascio frequenta per due anni la Facoltà di Medicina e mentre studia per diventare psichiatra il teatro entra nella sua vita a poco a poco, quasi per caso. Si esibisce nelle piazze, in Italia e in Europa, con un gruppo di amici portando spettacoli di teatro di strada, cabaret e pantomime: proprio in una di queste occasioni gli viene offerto un provino con Federico Tiezzi per una piccola parte in Aspettando Godot di Samuel Beckett. E così nel 1989, ancora studente della Facoltà di Medicina, durante le prove e la tournée di Aspettando Godot nei più grandi teatri italiani, Luigi decide di seguire la fascinazione del teatro che irrompe nella sua vita trasformando le sue ambizioni. Il suo talento è subito confermato dal superamento dell’esame di ammissione all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico dove presenta un brano di Petrolini. Dopo un triennio di intenso studio con grandi maestri, tra cui Luca Ronconi, Mario Ferrero e Giuseppe Manzari, si diploma nel 1992 in qualità di attore con un saggio sull’Amleto curato da Orazio Costa.

Una carriera teatrale intensa e brillante attende Luigi Lo Cascio portandolo fin da subito a lavorare stabilmente sulle scene, diretto da grandi nomi come Elio De Capitani (1990, La sposa di Messina), Giuseppe Patroni Griffi (1992, La signora delle Camelie), Roberto Guicciardini (1993, La morte di Empedocle; 1994, Coriolano; 1997, La figlia dell’aria; 1999, Il figlio di Pulcinella), Carlo Cecchi (1999, Amleto e Sogno di una notte d’estate), Luca Ronconi (2006, Il silenzio dei comunisti, con cui ottiene il Premio UBU come Migliore Attore dell’anno), Vincenzo Pirrotta (2009, Diceria dell’Untore), Federico Tiezzi (2016, Questa sera si recita a soggetto).

Il suo esordio cinematografico avviene nel 2000 con Marco Tullio Giordana che lo sceglie come protagonista per I cento passi, film accorato ed intenso: Luigi Lo Cascio con la sua interpretazione di Peppino Impastato ottiene il David di Donatello come Migliore Attore Protagonista, il Globo d’Oro Premio Migliore Attore Rivelazione, il Premio Saint Vincent-Grolle d’Oro Migliore Attore e la Nomination Nastri d’Argento come Migliore Attore Protagonista.

L’anno successivo interpreta il protagonista di Luce dei miei occhi di Giuseppe Piccioni accanto a Sandra Ceccarelli ottenendo alla Biennale di Venezia il Premio Coppa Volpi per la Migliore Interpretazione Maschile, il Premio Pasinetti e due Nomination, una all’European Film Awards come Migliore Attore e una al David di Donatello come Migliore Attore Protagonista.

Nel 2002 fa parte del cast di Il più bel giorno della mia vita di Cristina Comencini dove interpreta Claudio, il figlio gay che reprime la sua sessualità alla famiglia, composta dalla madre Virna Lisi e dalle sorelle Margherita Buy e Sandra Ceccarelli.

Nel 2003 torna ad essere diretto da Marco Tullio Giordana in quello che è considerato il suo capolavoro: un film originariamente creato per la tv italiana e che sarà distribuito anche nelle sale: La Meglio Gioventù. Inserito in un cast di nomi eccezionali, calatosi perfettamente nel ruolo di uno psichiatra, Luigi Lo Cascio ottiene le Nomination come Migliore Attore Protagonista al David di Donatello e all’European Film Award, confermandosi uno degli attori più amati dal pubblico italiano. In televisione oltre a La Meglio Gioventù di Marco Tullio Giordana, nel 2010 è nel cast de Il sogno del maratoneta di Leone Pompucci e nel 2013 de Il bambino cattivo di Pupi Avati.

Nel cinema è stato poi diretto da Alessandro Piva in Mio cognato (2003), Marco Bellocchio in Buongiorno notte (2003), Eros Puglietti in Occhi di cristallo (2004), Giuseppe Piccioni ne La vita che vorrei (2004, Premio Golden Graal come Migliore Attore Drammatico), Cristina Comencini ne La bestia nel cuore (2005, Premio Golden Graal come Migliore Attore Drammatico), Roberta Torre in Mare Nero (2006), Andrea Porporati ne Il dolce e l’amaro (2006).

Nel 2005 Lo Cascio raccoglie nuovamente la sfida del teatro – da cui aveva iniziato a percorrere la propria parabola artistica – e porta sul palcoscenico un testo complesso e dal fascino misterioso, Nella tana, monologo teatrale che nasce da uno degli ultimi racconti di Kafka, un capolavoro letterario senza tempo che Luigi riscrive, dirige e interpreta come unico protagonista. Nella tana ottiene il Premio Nazionale della Critica 2006.

Due anni dopo con La caccia Lo Cascio rivisita Le Baccanti di Euripide donando anche a questo testo una cifra stilistica propria, una rilettura del classico che pur non tradendo l’intreccio e i temi portanti dell’opera li riattraversa e ne rinnova lo spirito e i molteplici sensi attraverso una partitura scenica che impiega una dinamica varietà di linguaggi espressivi. La caccia riceve il Premio Biglietto d’oro del Teatro come migliore spettacolo per il teatro di ricerca del 2008, il Premio Nazionale della Critica e Luigi Lo Cascio ottiene il Premio Hystrio all’Interpretazione 2008.

Nel 2008 torna al cinema diretto da Spike Lee in Miracle at St.Anna (2008), Giuseppe Tornatore in Baari’a (2009), Pupi Avati ne Gli amici del bar Margherita (2009), Mario Martone in Noi credavamo (2010). Nel 2012 partecipa al film Romanzo di una strage, nel quale viene diretto ancora una volta da Marco Tullio Giordana. E ancora viene diretto da Stijn Coninx in Marina (2013), Paolo Virzi ne Il Capitale Umano (2014), Ivano de Matteo ne I nostri ragazzi (2014, Nastri d’Argento Nomination Migliore Attore Non Protagonista), Francesca Archibugi ne Il nome del figlio (2015, Nomination David di Donatello Migliore Attore Non Protagonista), Paola Tripodi e Marcello Fonte in Asino che vola (2015).

Nel 2013 ha scritto, diretto e interpretato La città ideale. Il film intreccia l’idealismo esasperato e la smania di purezza al rischio di venire travolti, se pure innocenti, dalla macchina inesorabile della giustizia: La città ideale viene nominato Migliore Film Italiano alla Biennale di Venezia del 2013.

Nel 2014 Luigi Lo Cascio presenta in teatro la sua versione di Otello, da lui riscritto in lingua siciliana. Regista e attore nel ruolo di Iago, accanto a Vincenzo Pirrotta (Otello), colloca la vicenda a tragedia avvenuta, dando una nuova versione del gesto omicida.

Nel 2015 dirige e interpreta l’opera teatrale Il sole e gli sguardi che indaga sulla relazione intima ma immediatamente pubblica che emerge dall’opera in versi di Pasolin,i fino ad una radicale e sofferta meditazione sul senso e sul destino della sua esperienza di poeta.

Sardelli-Lo Cascio

Modo Antiquo
orchestra barocca

Fondata da Federico Maria Sardelli nel 1987, l’Orchestra Barocca Modo Antiquo unisce musicisti dotati di grandi capacità, gusto per il virtuosismo strumentale e profonda conoscenza dei linguaggi e delle prassi esecutive storiche.

Caratterizzata per uno specifico approccio alla musica barocca italiana ed a Vivaldi in particolare, Modo Antiquo si è affermata come una delle orchestre più dinamiche e dotate. Sotto la bacchetta di Federico Maria Sardelli è regolarmente invitata nei maggiori festival e nelle più illustri sale da concerto. La sua discografia conta più di quaranta titoli, fra cui si trovano molte prime registrazioni mondiali, come l’integrale delle Cantate e dei concerti per traversiere di Vivaldi, la ricostruzione dei Concerti Grossi di Corelli con strumenti a fiato aggiuntivi, i Concerti di Parigi di Vivaldi, e molti altri titoli.

Modo Antiquo è l’unico gruppo barocco che ha ricevuto ben due nomination ai Grammy Awards: la prima per il disco Vivaldi, Concerti per molti istromenti, votato quale uno dei migliori CD del mondo nel 1997; la seconda nel 2000 per i Concerti Grossi Op. VI di Corelli.

Modo Antiquo è protagonista della rinascita dell’opera vivaldiana dei nostri tempi: sue sono le prime registrazioni e rappresentazioni delle opere Arsilda Regina di Ponto, Tito Manlio, Orlando Furioso e Atenaide, Orlando Furioso 1714. Nel 2005 ha eseguito al De Doelen Concertgebouw di Rotterdam la prima mondiale di Motezuma, riscoperto dopo 270 anni, mentre nel 2012 ha eseguito la prima mondiale del nuovo Orlando vivaldiano, inciso per Naïve.

Modo Antiquo è uno degli ensembles di punta dell’etichetta francese Naïve, per la quale ha registrato numerosi CD (l’opera Atenaide, i Concerti di sfida con Anton Steck, una monografia con Anna Caterina Antonacci, Arie d’opera inedite, Vivaldi new discoveries, etc.). Modo Antiquo incide inoltre per Deutsche Grammphon, con cui ha recentemente realizzato una fortunata antologia di arie d’opera di Händel.