GLI ANTICHI SCAVI DI NORA

GLI ANTICHI SCAVI DI NORA
mostra fotografica
a cura della Soprintendenza Archeologia della Sardegna

Niente come il teatro di Nora è in grado di rappresentare con la forza evocatrice di un unico monumento la relazione fisica di quella città con il suo straordinario contesto ambientale.

E la rappresentazione fotografica del progresso degli scavi nel corso del XX secolo ne mette in evidenza la plastica funzione di punto di fuoco prospettico, non solo geometrico, dell’intera identità urbana.

Proteso nel mare con i suoi due lunghi bracci il promontorio di Nora alla fine del 1800 rivela di sé poco più che le creste sommatali del teatro, indizio ancora incerto ma già geometricamente inequivocabile della presenza della struttura all’interno di una superficie ancora apparentemente naturale.

Una condizione naturale che invece si rivela essere il frutto della riappropriazione degli spazi occupati dalla città ad opera dei depositi lasciati dal tempo, in grado di obliterare quasi tutte le strutture archeologiche antiche, ad eccezione appunto del teatro, che non si è mai lasciato seppellire del tutto.

E fu ancora il teatro alla metà degli anni ’50 del secolo scorso a guidare l’inizio delle campagne di scavo estensive, quelle che sotto la guida di Gennaro Pesce portarono al complessivo disvelamento dell’antica città di Nora.

E ancora oggi è la mole del teatro, la sua struttura curvilinea a guidare il fluire delle strutture archeologiche lungo i bracci del promontorio, collocandosi al centro di un incrocio ideale che indirizza chi percorre le vie cittadine ora verso l’estremità del tempio di Eshmun, ora verso la sommità della torre del Cortellazzo.

Punto focale dell’intera struttura urbanistica, monumento chiave dell’organizzazione planimetrica della città ma anche centro nevralgico della vita pubblica, il teatro romano di Nora simboleggia con la propria mole la vitalità di un centro urbano di prima grandezza nell’organizzazione delle province dell’impero romano; ed è in grado di restituire anche oggi, a chi si sofferma all’interno delle sue superfici, il senso di profonda identità che gli abitanti di quel centro dovevano provare per la propria particolarissima città.

Un senso di identità che la vita restituita al teatro di Nora dagli spettacoli della Notte dei Poeti aiuta anche noi ad avvertire.

Marco Minoja
Sovrintendente Archeologia della Sardegna