Minuscule/ La valle delle formiche perdute: cinema d’animazione all’Ex Municipio di Pula

Cinema d’Autore – a misura di giovanissimi e non solo  – con “Minuscule – La valle delle formiche perdute” di  Hélène Giraud, Thomas Szaboin programma martedì 14 luglio alle 21.30 all’Ex Municipio di Pula per il XXXIII Festival La Notte dei Poeti. In una tranquilla radura si scatena una guerra tra due tribù di formiche per una scatola di zollette di zucchero; una giovane coccinella si schiera con le formiche nere, aiutandole a salvare il formicaio dall’assalto delle nemiche rosse.

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La rassegna cinematografica a cura di Spazio 2001 proseguirà mercoledì 15 luglio alle ore 21.30 con “The Imitation Game”.

Biglietto: 5 euro

 

La scheda su MyMovie

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Minuscule – La valle delle formiche perdute/ Un viaggio emozionante nella grandezza morale del piccolo mondo
Marianna Cappi

Tra i resti di un pic-nic abbandonato in fretta da una coppia in procinto di avere un figlio, c’è una scatola di latta, piena di zollette di zucchero, che impegna tutte le forze di un gruppo di formiche di nere, decise a trasportarla nel loro formicaio. Poco lontano, una neonata coccinella, curiosa del mondo, ha smarrito la sua compagnia e ne trova un’altra in quella delle formiche nere. L’amicizia che la giovane coccinella stringe con una delle formiche, a capo della spedizione, è tale che la coccinella non abbandonerà il gruppo nemmeno quando questo si troverà inseguito e poi attaccato senza tregua da un intero formicaio di formiche rosse, guerriere organizzate e pronte a tutto.

Minuscule è un viaggio emozionante nella grandezza del piccolo. Occorre superare una soglia e abbandonare alcune comodità per entrare appieno nel piccolo mondo dei suoi personaggi, dove il tempo e lo spazio hanno coordinate altre, la legge di natura è durissima, la vita breve e intensa. Thomas Szabo e Hèlène Giraud, i demiurghi della situazione, si sono imposti a loro volta delle leggi, delle regole di comportamento audiovisivo che fanno la bellezza e l’originalità dell’opera e vanno dal rifiuto del dialogo, in favore di un utilizzo ricercato e sofisticato dello strumento sonoro in chiave evocativa, imitativa ed emotiva, alla scelta di stilizzare al massimo le possibilità espressive dei loro insetti, relegandole quasi esclusivamente agli occhi, espediente che richiama la figura del mimo con il suo portato di ironia e comicità ma anche di attitudine per il dramma.