The Imitation Game – Cinema d’Autore all’Ex Municipio di Pula

Ritratto di un genio – tra storia e vita privata: per la rassegna di cinema d’autore firmata Spazio 2001 all’Ex Municipio di Pula mercoledì 15 luglio alle 21.30 si proietta “The Imitation Game” di Morten Tyldum – con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong, Rory Kinnear. Alan Turing – il matematico che decodificò Enigma permettendo agli alleati di conoscere in anticipo le mosse delle armate nemiche durante il secondo conflitto mondiale – nonché inventore dell’antenato del moderno computer  – è il protagonista di una pellicola intensa e ricca di pathos, dove si intrecciano ironia e dramma.

biglietto: 5 euro

 

The Imitation Game

THE IMITATION GAME / Sul grande schermo la vita del matematico inglese Alan Turing, genio indiscusso del XX secolo, considerato uno dei padri dell’informatica e dei moderni computer, fino alla sua precoce e tragica scomparsa.
La scheda su My Movies – a cura di Paola Casella

Manchester, primi anni ’50. Alan Turing, brillante matematico ed esperto di crittografia, viene interrogato dall’agente di polizia che lo ha arrestato per atti osceni. Turing inizia a raccontare la sua storia partendo dall’episodio di maggiore rilevanza pubblica: il periodo, durante la Seconda Guerra Mondiale, in cui fu affidato a lui e ad un piccolo gruppo di cervelloni, fra cui un campione di scacchi e un’esperta di enigmistica, il compito di decrittare il codice Enigma, ideato dai Nazisti per comunicare le loro operazioni militari in forma segreta. È il primo di una serie di flashback che scandaglieranno la vita dello scienziato morto suicida a 41 anni e considerato oggi uno dei padri dell’informatica in quanto ideatore di una macchina progenitrice del computer.

The Imitation Game rivela le sue intenzioni fin dal titolo: perché è un gioco di sotterfugi e contraffazioni che riguarda non solo il codice nazista, ma anche la stessa attività del gruppo di esperti riuniti per decifrarlo, costretti ad operare sotto copertura. Più profondamente, il “gioco imitativo” caratterizza la vita stessa di alcuni di quegli scienziati, Turing in testa, obbligato a nascondere la propria diversità al mondo, e in particolare a quella società inglese che sforna eccentrici e poi li confina ai margini del proprio rigido e ottuso conformismo.

Turing, una sorta di idiot savant con un prodigioso talento per i numeri e una parallela inettitudine per la convivenza sociale, è il martire perfetto, in questo schema claustrofobico: infatti immolerà il suo genio per la salvezza di tutti, costruendo un macchinario di nome Christopher (cioè “colui che porta Cristo”), e cadendo vittima della ristrettezza di vedute di chi non possedeva neanche un grammo della sua capacità visionaria. Una mente prodigiosa costretta a vivere “in codice”, e incapace di decifrare i comportamenti altrui, né di tradurre i propri in comunicazione umana.