La storia di Antigone

C.M.C – Nidodiragno

La storia di Antigone
Favola in musica per cornacchie, cani selvatici, maledizioni, tiranni, sepolcri & fanciulle in fiore

raccontata da Anita Caprioli
cantata da Didie Caria

regia Roberto Tarasco

produzione C.M.C – Nidodiragno

Indicata da Alessandro Baricco come una delle storie da salvare, la versione della tragedia di Sofocle della scrittrice scozzese Ali Smith riporta una visione fortemente ecologista dalla parte dei corvi che popolano la città di Tebe. Ad accompagnare Anita Caprioli, attrice colta e sensibile, i suoni live del cantante e compositore Didie Caria e le sculture immaginifiche di Giovanni Tamburelli.

La storia di Antigone è il resoconto di una cornacchia appollaiata su una delle 7 porte di Tebe. Dalla sua formidabile posizione il pennuto assiste al tentativo di Antigone di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re Creonte. Scoperta da una guardia, Antigone viene condannata ad essere tumulata in una grotta.

Sono più importanti le leggi degli uomini o quelle di Dio?
E queste ultime esistono, o sono anch’esse leggi di uomini ammantate di sacralità?
Può una donna contrapporsi al potere di un uomo? E se questi è un re?
Cosa è più giusto? Difendere i diritti del fratello o far rispettare la legge, anche se colpisce i familiari?

Suscitando questi interrogativi Antigone rimane, a distanza di millenni, una straordinaria storia di emancipazione. La vicenda di una donna che con il coraggio di una visone “altra” e “alta” rivendica il suo diritto a parlare e si ribella a una ristretta concezione del potere tutta maschile. E più in generale la storia di una contestazione, risoluta e avventata, contro la “tirannia” della legge.

Durata spettacolo: 80 minuti

I PROTAGONISTI

Anita Caprioli

Anita Caprioli entra in contatto con la Scuola di Cinema di Ermanno Olmi, debuttando con “A Domani” di Giulio Ciarambino, è protagonista nel 2000 di “Denti” di Gabriele Salvatores, poi in “Vajont” di Renzo Martinelli.
Nel 2002 interpreta Dolores in “Santa Maradona” di Marco Ponti, film-cult delle giovani generazioni. Nel 2003 interpreta Chiara in “Ma che colpa abbiamo noi” di Carlo Verdone, nel 2004 “Manuale d’amore” insieme a Margherita Buy, Sergio Rubini, “La guerra di Mario” di Capuano con Valeria Golino. Poi in Francia gira “je suis venu pour elle” di Ivan Taieb, e partecipa a film prodotti da società indipendenti e di autori esordienti: “Onde” di Francesco Fei, e “Per non dimenticarti” di Maria Antonia Avati.
La televisione la vede protagonista femminile in “Cime tempestose” nel ruolo di Catherine e in “Sacco e Vanzetti”. Nel 2007 è protagonista al cinema di “Non pensarci” di Gianni Zanasi,“I Demoni di Sanpietroburgo” per la regia di Giuliano Montaldo e “Si Può Fare” di Giulio Manfredonia. Nel 2009 “Good morning Aman” di Claudio Noce, e “Meu Pais” film del regista italo brasiliano Andrea Ristum. Nel 2010 è impegnata nell’opera prima di Alice Rohrwacher “Corpo Celeste”. Nel 2011 porta in scena “L’homme semence” da un testo di Violette Ailhaud.
Nel 2012 riceve una candidatura ai David di Donatello come migliore attrice non protagonista.
Nel 2013 recita nel film “La prima neve” di Andrea Segre.

Didie Caria

A 17 anni studia con il Rev. Lee Brown e parte come corista e solista per il suo tour italiano. Nel ‘98 è in Europa e in Giappone. A 21 anni mette in scena “Jesus Christ Superstar” cantando il ruolo di Giuda. Poi studia danza Butoh per tre anni.
È in scena negli spettacoli prodotti dal teatro Stabile di Torino e dall’E.T.I. con le coreografie di Michela Lucenti e Barbara Altissimo e lavora a Telecittà Studios come doppiatore-cantante per cartoni animati in onda su Disney Channel e Cartoon Network. A 24 anni scrive il primo album, “Cerchi sulla Sabbia”, con le musiche di Lionel Wharton e nel 2008 compone il secondo CD “Ladro di Storie” che concorre come finalista in numerosi premi. Durante la scrittura degli album non ha mai smesso di esibirsi live con diverse formazioni soul e jazz.
Dal 2008 insegna tecnica vocale e interpretazione. In ambito teatrale consolida la collaborazione con l’attore-autore Dario Benedetto con cui partecipa a molteplici manifestazioni e stagioni (“Cittadella di Luna”, “Skiera”, “Torino Spiritualità”, “Circolo dei Lettori”).

Roberto Tarasco

È regista, light designer, scenografo ed esperto musicale. Negli ultimi anni ha curato gli allestimenti (scenofonia) per Eugenio Allegri, Natalino Balasso, Alessando Baricco, Enrico Bertolino, Lella Costa, Laura Curino, Arnoldo Foa, Valeria Moriconi, Marco Paolini, Valerio Binasco.
Collabora stabilmente alla messinscena degli spettacoli diretti da Gabriele Vacis.
Ha promosso e diretto spettacoli teatrali, allestimenti lirici, stagioni, progetti, festival. È stato fondatore e direttore organizzativo del Laboratorio Teatro Settimo – Teatro Stabile di Innovazione (1982-2002). Dal 2002 al 2006 è consulente artistico del Teatro Stabile di Torino; dal 2007 del Teatro Regionale Alessandrino; dal 2014 è direttore artistico del Teatro Sociale di Valenza (AL).
Ha lavorato a “Skiera”, un progetto di pedagogia teatrale, a “Rusteghi, i nemici della civiltà”, con N. Balasso, J. Ferrini, in tournèe nei teatri italiani, ai reading “Save the story” con Alessandro Baricco, Andrea Camilleri, Stefano Benni, Licia Maglietta, Vincenzo Pirrotta, Anita Caprioli. Per il 150enario ha diretto le “Italian sessions” prodotte da Telecom in collaborazione con Scuola Holden nelle OGR di Torino. Nel settembre 2017 ha collaborato alla programmazione artistica per il bimillenario dalla morte di Tito Livio, allestendo con Gabriele Vacis lo spettacolo “Orazi e Curiazi Patavium Rave” al Palazzo della Ragione di Padova.

Ali Smith

È una scrittrice scozzese che eccelle nei racconti brevi. Da piccola viveva nelle case popolari, e a tre anni imparò a leggere dalle etichette. Nonostante fosse bravissima, ha abbandonato l’università di Cambridge perché aveva una malattia chiamata Sindrome da stanchezza, e ora fa soltanto la scrittrice.
Pensa che le storie possano cambiare la vita. E che se raccontiamo quelle giuste, vivremo vite migliori.

Giovanni Tamburelli

È figlio, nipote e pronipote di fabbri. Dopo gli studi grafici all’Istituto Paravia di Torino ha molto viaggiato e molto letto, affiancando costantemente alla pratica artistica l’attività di poeta.
Scultore, grafico, artista visivo, ha esposto in molte città italiane (Torino, Milano, Pisa, Genova, Roma…) ed estere (Parigi, Barcellona, Zurigo, Città del Messico, Lugano, Colonia…). Caratteristica della bibliografia intorno ai suoi lavori è la trasversalità che ha portato – tra gli altri – a presentare cataloghi di sue mostre scrittori come Nico Orengo, Sebastiano Vassalli, Gad Lerner e il Prix Goncourt Frédérick Tristan. Tra i critici che hanno scritto di lui si segnalano – in ambito letterario – Giorgio Calcagno, Fabrizio Dentice, Giampaolo Dossena e Lodovico Terzi, in quello strettamente artistico Gillo Dorfles e Martina Corgnati. È presente nell’Enciclopedia dell’Arte moderna Zanichelli 2004.