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Teatro e musica, danza e poesia per il XL Festival La Notte dei Poeti a Nora e Pula

Si alza il sipario sulla XL edizione del Festival “La Notte dei Poeti” organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna nello scenario incantevole del teatro romano di Nora, tra le rovine dell’antica città fenicio-punica e poi romana e nella vicina città di Pula. Quindici titoli in cartellone dal 7 al 29 luglio, tra spettacoli, recitals e concerti, oltre alle “incursioni” di danza urbana: tra i protagonisti artisti del calibro di Toni Servillo, Iaia Forte e Javier Girotto, Massimo Venturiello e Stefano Massini, la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio e il cronista sportivo Federico Buffa, le cantautrici Alice e Franca Masu per un’edizione “speciale” in occasione del quarantennale della kermesse.

Serena Sinigaglia firma la regia de “Le Supplici” con un cast tutto al femminile – da Arianna Scommegna (Premio Ubu 2014), Matilde Facheris, Mariangela Granelli, Maria Pilar Pérez Aspa, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan e Debora Zuin mentre Rossella Dassu reinventa le “Trame” del mito, l’attore e comico Mario Zucca si cimenta con “I segreti dei poeti”, intrecci di parole e note per Elena Pau diretta da Marco Parodi e poesie in blues per Lea Karen Gramsdorff, una danza «oltre i confini della solitudine» con “Room 22” di Funa (spettacolo vincitore Danza Urbana XL 2022) e echi del Giappone in “Zatò e Ychì” di ASMED/ Balletto di Sardegna.

Sul palcoscenico tra cielo e mare, nell’ora del tramonto, appuntamento con immortali classici e testi contemporanei, epopee sportive, canzoni d’autore e ritmi di tango in un magico intreccio fra cultura e natura.

«La serata inaugurale l’abbiamo voluta dedicare a un caro amico, il regista Marco Parodi, ideatore della “Notte dei Poeti”. La sua idea quasi pionieristica agli inizi degli Anni Ottanta poteva sembrare una scommessa un po’ azzardata, invece funzionò alla grande. Il suo progetto si basava sulla convinzione che quell’affascinante teatro di pietra millenario fosse il luogo più adatto dove cogliere l’essenza vera della poesia, affidata a grandi interpreti. La conoscenza diretta di molti attori facilitò l’impresa di proporre “recitals monografici”, unici e irripetibili, pensati specificamente per quel luogo magico. Un’occasione di libertà espressiva molto apprezzata da tutti gli artisti che non poteva non coinvolgere ed emozionare il pubblico» – sottolinea il presidente del CeDAC Antonio Cabiddu.

«Uno dei grandi artisti che ha amato molto Nora è stato Giorgio Albertazziricorda Antonio Cabiddu –. «La prima volta venne nel 1984 con il recital “L’uomo e il mare”, poesie da Dante ai contemporanei. Su quel primo incontro l’attore scriverà «mancava solo che dalle acque del magnifico mare sardo emergessero le spalle e i seni ansimanti delle sirene». Un autentico innamoramento! Venne molto volentieri altre volte, fino al suo iconico “Memorie di Adriano” di Margherite Yourcenar, con regia di Maurizio Scaparro: un trionfo, dopo il grande successo a Caracalla con la nostra Maria Carta, mentre a Nora c’era Marisa Sannia. Serate indimenticabili!»

IL CARTELLONE

Ouverture giovedì 7 luglio alle 20 nel segno della poesia in musica con le “Parole (In)cantate”,un progetto de La Fabbrica Illuminata con la direzione artistica e la regia di Marco Parodi: un concerto per un’attrice al microfono con Elena Pau (voce) sulle note del pianoforte di Alessandro Nidi, dove i testi di Dario Fo, Dacia Maraini, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Roberto Roversi, Pier Paolo Pasolini ed Ercole Patti si intrecciano alle musiche di Fiorenzo Carpi, Gino Marinuzzi, Gian Franco Maselli, Gino Negri, in una preziosa antologia di canzoni significative e pregnanti del Novecento. Omaggio a Sergio Atzeni venerdì 8 luglio alle 20 con “Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo” nell’interpretazione dell’attrice Lea Karen Gramsdorff con progetto sonoro di Simone Dulcis per un intrigante diario in versi firmato dall’autore di “Passavamo sulla terra leggeri” e “Il quinto passo è l’addio”. Toni Servillo legge Grazia Deledda sabato 9 luglio alle 20 per un viaggio tra le righe della scrittrice nuorese Premio Nobel per la Letteratura: un progetto originale pensato per il festival, con una selezione di novelle e poesie.

Un duplice appuntamento nella Pretura Regia di Pula, a partire dalla cronaca di una vittoria domenica 10 luglio alle 21.30 con il giornalista sportivo Federico Buffa, formidabile storyteller che nel suo “Italia Mundial” con la colonna sonora del pianista e compositore Alessandro Nidi racconta il trionfo degli azzurri in Spagna nel 1982 mentre mercoledì 13 luglio alle 21.30 l’attore e comico Mario Zucca indaga “I segreti dei poeti” in un originale one-man-show per la regia di Marina Thovez, alla riscoperta delle (inedite) “prime stesure” dei capolavori di artisti come Dante Alighieri, Giacomo Leopardi e Gabriele D’Annunzio.

Alice canta Battiato” giovedì 14 luglio alle 20 a Nora: la cantautrice forlivese, vincitrice del Festival di Sanremo con “Per Elisa”, accompagnata al pianoforte da Carlo Guaitoli, ricorda Franco Battiato, con cui ha collaborato fin dagli esordi, reinterpretando con la sua cifra raffinata e personale alcuni dei brani emblematici del maestro siciliano. Un intenso ritratto al femminile venerdì 15 luglio alle 20 con “Interno Familiare”: Iaia Forte legge lo splendido racconto da “Il mare non bagna Napoli” di Anna Maria Ortese, sulla colonna sonora disegnata dal sax di Javier Girotto, tra sogni d’amore e malinconico disincanto, in una sintesi di domestica infelicità.
La pietà per i vinti e il trionfo della democrazia ne “Le Supplici” di Euripide, in scena sabato 16 luglio alle 20 con uno straordinario e affiatato cast – Matilde Facheris, Mariangela Granelli, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan e Debora Zuin – per la regia di Serena Sinigaglia dove un compianto funebre diventa «rito di memoria attiva» per un messaggio di pace. Concita De Gregorio rievoca le figure di Dora Maar, Amelia Rosselli, Carol Rama, Maria Lai e Lisetta Carmi tra prosa e poesia domenica 17 luglio alle 20 in “Un’ultima cosa – cinque invettive, sette donne e un funerale” con musiche dal vivo di Erica Mou e la regia di Teresa Ludovico che esalta «il femminile e la sua potenza di fuoco» in un corale inno alla vita.

Tra storia e leggende con “Trame” di e con Rossella Dassu (martedì 19 e mercoledì 20 luglio alle 19) per un itinerario nell’area archeologica dalla chiesa di Sant’Efisio alle torri spagnole, passeggiando tra le rovine dell’antica città sommersa.

Poi un trittico al teatro romano, a partire dai ritmi sincopati e i colori della passione in “Tangos por Astor y Amelita” (giovedì 21 luglio alle 20), un progetto della cantautrice algherese Franca Masu, con Hernàn Fassa al pianoforte e Fausto Beccalossi all’accordéon, per un duplice tributo al grande compositore argentino Astor Piazzolla e alla cantante Amelita Baltar, icona del “nuevo tango”, mentre venerdì 22 luglio alle 20 va in scena la tragedia di “Agamennone” di Ghiannis Ritsos e Eschilo, nell’interpretazione di Massimo Venturiello con Carlotta Procino, Carolina Sisto, Carmine Cacciola, Davide Montalbano, Francesco Nuzzi e Giacomo Rasetti, per una moderna rilettura del mito che mostra il condottiero vincitore di Troia in tutta la sua dolente umanità. E Stefano Massini sabato 23 luglio alle 20 propone il suo “Alfabeto delle emozioni”, dove sulle singole lettere – P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia – costruisce delle storie, spaziando da Conan Doyle ad Al Capone, dalla moglie di Giosuè Carducci a Marc Chagall.

Infine un duplice appuntamento con l’arte di Tersicore venerdì 29 luglio dalle 20 con la “danza urbana” di “Room 22” di e con Marianna Moccia e Valeria Nappi (spettacolo vincitore di Danza Urbana Anticorpi XL), una performance che esplora i confini visibili e invisibili e le dinamiche delle relazioni (produzione Funa) e i riti guerrieri di “Zatò e Ychì” uno spettacolo firmato ASMED/ Balletto di Sardegna ispirato al samurai cieco interpretato sullo schermo da Shintarō Katsu e Takeshi Kitano, con Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino (anche autori delle coreografie) e ideazione e regia di Senio Giovanni Barbaro Dattena.

Il XL Festival “La Notte dei Poeti” è organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Pula con il contributo della Fondazione di Sardegna e il prezioso apporto di Sardinia Ferries, che ospita artisti e compagnie sulle sue navi.

Il CeDAC Sardegna si augura che a breve venga pubblicato il bando relativo ai contributi 2022 di cui alla L. R. n. 7 da parte dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna.

Un’ultima cosa – cinque invettive, sette donne e un funerale

Un’ultima cosa – cinque invettive, sette donne e un funerale

di e con Concita De Gregorio

musiche dal vivo Erica Mou

regia Teresa Ludovico

produzione Teatri di Bari | Rodrigo srls

Ah. Vuoi scrivere la mia orazione funebre.
Ma io non sono morta. Accidenti.
Non so se ti posso aiutare.
Vorrei. Fammi provare. Vorrei.
Non ci avevo mai pensato. È vero questo che dici, sì sì.
È giusto: dovremmo essere noi a parlare di noi stessi, al nostro funerale.
Sono così scialbi i discorsi d’occasione dei parenti.
A parte i figli e i nipoti, certo
che a volte dicono cose minime
e vere, a volte sorridono persino. Io vorrei che tutti sorridessero
ma di figli non ne ho. Perciò dubito
temo la cerimonia solenne il ricordo accorato.
Che spreco.
Che occasione mancata.
Sarebbe bello esserci da vivi – hai ragione.
Dare a tutti il benvenuto,
approfittare per dire un’ultima cosa.

L’alba si presentò sbracciata e impudica;
io la cinsi di alloro da poeta: ella si risvegliò lattante, latitante.
(Impromptu di Amelia Rosselli)

Dora, Amelia, Carol, Maria, Lisetta, cinque antenate. Concita, Erica, due presenze, due corpi, due donne che con le loro voci ricamano lo spazio, un piede nell’infanzia, in quel tutto grande e stupefacente, e un piede nella vecchiaia, dove tutto sembra fatto di vento. Creature forti, passionali, selvagge, fragili, determinate, rivoluzionarie: donne. Artiste che hanno messo a fuoco ogni frammento della loro vita, del loro tempo, anime in cammino, finestre luminose. L’ascolto e il silenzio sono stati i miei complici nella creazione di una messa in scena che ha i colori della meditazione. Il femminile e la sua potenza di fuoco. La sua bellezza, la sua forza, la sua luce.

Cinque donne al centro della scena – Dora Maar, Amelia Rosselli, Carol Rama, Maria Lai e Lisetta Carmi – che prendono parola per l’ultima volta. E dicono di sé, senza diritto di replica. Entrano in scena, a teatro, subito prima di uscire di scena, nella vita. Come se un momento prima di sparire potessero voltarsi verso il pubblico: “Ah. Resta da dire un’ultima cosa”

La scintilla del progetto teatrale che tiene insieme Concita De Gregorio, scrittrice e giornalista di successo, Erica Mou, una cantautrice trentenne, sempre più apprezzata nella scena musicale italiana, è il libro di Concita De Gregorio “Così è la vita – imparare a dirsi addio” (Einaudi 2012), scritto dopo la scomparsa di suo padre.

Mi sono appassionata alle parole e alle opere di alcune figure luminose del Novecento. Donne spesso rimaste in ombra o all’ombra di qualcuno. Ho studiato il loro lessico sino a “sentire” la loro voce, quasi che le avessi di fronte e potessi parlare con loro. Ho avuto infine desiderio di rendere loro giustizia. Attraverso la scrittura, naturalmente, non conosco altro modo. La galleria delle orazioni si apre con quella di Dora Maar, la donna che piange dei quadri di Picasso, che mi accompagna sin da bambina. Poi sono venute Amelia Rosselli, poeta della mia adolescenza. Carol Rama e la sua ossessione artistica per il sesso motore di vita, l’anticonformista che mi ha accompagnata nella giovane età adulta. Maria Lai che ha ricamato libri e tenuto insieme, coi suoi fili dorati, persone, paesi e montagne: la maturità. Infine, Lisetta Carmi, che – unica vivente – mi ha aperto le porte di casa sua e reso privilegio della sua compagnia, delle sue parole, della sua saggezza. A queste cinque donne è dedicata un’orazione funebre, immaginando che siano loro stesse a parlare ai propri funerali per raccontare chi sono. Invettive, perché le parole e le intenzioni sono veementi e risarcitorie. Ho usato per comporre i testi soltanto le loro parole – parole che hanno effettivamente pronunciato o scritto in vita – e in qualche raro caso parole che altri, chi le ha amate o odiate, hanno scritto di loro. (Concita De Gregorio)

Penso che tornare all’origine sia molto diverso dal tornare indietro e che al contrario abbia a che fare con la tessitura del futuro. Questo spettacolo sbroglia la vita dal nodo della morte. Le vite, anzi, di cinque incredibili donne del secolo scorso ma persino le nostre, qui di fronte a voi sul palco. Per interpretarlo sono stata costretta a ritornare all’origine della mia musica, a utilizzare la voce nuda, lo strumento che mi porto sempre addosso ma con cui così raramente resto sola. E nella scrittura delle canzoni ho dovuto guardare alla lingua della terra che mi ha generata, alle sintetiche parole del dialetto che ho parlato poco ma che ho sempre capito alla perfezione. I movimenti dell’esistenza non sono lineari, nient’affatto, siamo noi che abbiamo deciso di farci cullare dall’idea che il tempo sia una retta che non torna mai all’origine.Questa è una veglia funebre strana, piena di vita, di specchi scoperti e senza punti dopo la fine. (Erica Mou)

Intrecciare parole, destini, immagini, suoni, tessere fili di luce, accogliere echi di voci lontane. Mettere in relazione sospiri, grida soffocate, parole lanciate, scagliate, sussurrate, insanguinate, parole vomitate, taglienti, parole che fanno bene, che curano, che accarezzano, parole che ti prendono per mano e ti sospendono. (Teresa Ludovico)