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XLI Festival La Notte dei Poeti – a Nora e Pula dal 7 al 28 luglio 2023

Il fascino degli antichi miti e l’attualità della tragedia tra classici del Novecento e moderne epopee sportive, accanto a riflessioni sull’amore e sulle paure e le inquietudini del nostro tempo e a raffinate e intriganti coreografie contemporanee con la XLI edizione del Festival La Notte dei Poeti organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Romano di Nora e all’ex Pretura Regia di Pula con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni, e realizzato con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Pula e il contributo della Fondazione di Sardegna. Undici titoli in cartellone dal 7 al 28 luglio (per nove serate) nel suggestivo scenario del sito archeologico sulla costa sud-occidentale dell’Isola, sul palco sospeso tra cielo e mare nell’ora del tramonto, con un duplice omaggio rispettivamente a Grazia Deledda e a Pier Paolo Pasolini e il ricordo di Ezio Bosso, accanto a moderne riletture di immortali capolavori, recitals e performances, oltre a coreografie originali per la storica kermesse che sposa arte e memoria, cultura e natura.

Tra i protagonisti Elio Germano, uno dei più apprezzati interpreti del teatro e del cinema italiano e il musicista e compositore Teho Teardo per il pasoliniano “Il sogno di una cosa”, lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet con i suoi “Comizi d’Amore Contemporanei / Dialogo Sentimentale”, il cronista sportivo e storyteller Federico Buffa con il suo nuovo spettacolo “La Milonga del Fútbol” dedicato ai grandi campioni argentini e Arianna Porcelli Safonov con “Fiabafobia”, un ironico e coinvolgente one-woman show ispirato agli (in)giustificati timori del presente, per ridere e pensare. Gabriele Vacis, tra i registi italiani più interessanti del secondo Novecento, porta in scena il “Prometeo” di Eschilo mentre I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica si confrontano con un altro capolavoro del grande drammaturgo greco, per una originale versione dei “7 contro Tebe”, mentre l’attore e regista Marco Menegoni è protagonista di “Liber Secundus: Ilio brucia”, una performance ispirata all’“Eneide” di Virgilio con live set di Mauro Martinuz e regia di Simone Derai, tra versi latini e sonorità beat.

S’intitola “LiberaMusica / Corpo e Armonia” il recital dell’attrice e pianista Guenda Goria, per uno speciale tributo a Ezio Bosso, poi spazio alla danza e alle parole con il trittico che accosta “Enfants”, una creazione coreografica di e con Roberta Maimone e Roberta Riontino ispirata alla gioia e alla libertà dell’infanzia a “Con Grazia”, reading tratto dalle opere di Grazia Deledda a cura dell’attrice e regista Rossella Dassu, e a “Shocking”, uno spettacolo ideato, diretto e interpretato dalle danzatrici e coreografe Francesca La Cava e Giorgia Maddamma e ispirato al Fenicottero Rosa (ma anche allo shock della pandemia) per un viaggio nella natura alla riscoperta del senso della vita.

In programma anche un Laboratorio a cura di Marco Menegoni e Simone Derai sul linguaggio e sul tema della natura nella poesia di Virgilio e di Andrea Zanzotto (dal 10 al 13 luglio nella ex Pretura Regia di Pula).

IL CARTELLONE

Una sfida contro il potere e una riflessione sulla condizione umana nel “Prometeo” (da Eschilo), uno spettacolo di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco con gli attori di PEM / Potenziali Evocati Multimediali che – venerdì 7 luglio alle 20 al Teatro Romano di Nora – inaugura il XLI Festival La Notte dei Poeti. Un dramma fortemente contemporaneo, seppure scritto quasi duemilacinquecento anni fa, incentrato sulla figura emblematica del titano che rubò il fuoco agli dèi per donarlo agli uomini: incatenato a una rupe per volontà di Zeus e tormentato da un’aquila che gli divora il fegato, Prometeo sconta così la sua disubbidienza.
Sotto i riflettori un gruppo di giovani attori – Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi e Gabriele Valchera – per la regia di Gabriele Vacis, con scenofonia di Roberto Tarasco, suono di Riccardo Di Gianni e cori a cura di Enrica Rebaudo – produzione Nidodiragno / CMC e PEM / Potenziali Evocati Multimediali.
Il pathos dell’antica tragedia rivive sulla scena e si incarna negli interpreti, attraverso un linguaggio moderno che non tradisce la solennità e la potenza evocativa di una lingua arcaica, ma anzi restituisce il senso di una visione del mondo popolato di divinità e eroi, allorché la stirpe umana inizia a controllare gli elementi attraverso la scienza e la tecnica, senza tuttavia potersi sottrarre al fato: una storia mitica trasfigurata in poesia.

Un recital dedicato a Ezio Bossosabato 8 luglio alle 20 – per ricordare un artista che ha saputo esprimere e trasmettere l’amore per la vita e per la bellezza attraverso le note: “LiberaMusica / Corpo e Armonia” con la pianista e attrice Guenda Goria riflette la parabola amara e struggente di un’esistenza segnata dalla malattia, ma illuminata dal talento e dalla passione. Un inedito ritratto del poliedrico contrabbassista, pianista, compositore e direttore d’orchestra che ha saputo affrontare e superare con grazia gli infiniti ostacoli sul suo cammino, diventando esempio e punto di riferimento per tanti artisti (e non solo). Una vita nel segno della musica, arte libera e senza confini, capace di far vibrare le corde più segrete, di suscitare emozioni e evocare paesaggi dell’anima: Ezio Bosso è stato un uomo e un artista fuori dal comune, dotato di grande capacità comunicativa, che ha conquistato il pubblico con la sua sincerità: «La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita». Ma non l’ha fermato. Fin dal titolo “LiberaMusica” rimanda alla poetica del maestro, alla sua idea di diffondere l’arte dei suoni negli asili e nelle scuole, negli ospedali e nelle carceri oltre che nelle sale da concerto: «Perché alla fine di tutto una musica per essere davvero libera entra nella pancia, passa per il cuore e fa muovere la testa. E quando queste tre cose si muovono insieme diventiamo noi stessi davvero liberi».

Un affresco dell’Italia del Novecento – domenica 9 luglio alle 20 – con “Il sogno di una cosa” di e con Elio Germano e Teho Teardo, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Pier Paolo Pasolini (produzione Infinito Teatro-Pierfrancesco Pisani e Argot Produzioni): un’opera giovanile, ma pubblicata solo nel 1962, che apre e insieme conclude, prima di “Teorema” e dell’incompiuto “Petrolio”, la grande stagione narrativa dell’intellettuale, cineasta, scrittore e poeta. «Pasolini ci parla con le voci delle persone che dall’Italia del secondo dopoguerra, stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal comunismo e con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti» – si legge nella presentazione –. “Il sogno di una cosa” racconta le vicende di tre giovani figli di braccianti, provenienti dalla pianura del Tagliamento, accomunati dall’amore per le feste, per la musica, i balli e il vino, che scoprono il gusto dell’amicizia: tra varie esperienze e incontri, in loro prenderà forma una elementare coscienza politica, grazie a un istintivo senso di giustizia. Nel suo romanzo d’esordio, che precede “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”, l’artista fonde spunti neo-realistici e toni di delicato lirismo nel descrivere la vita dura, fatta di miseria e fatiche, delle genti del mondo rurale, tra i fallimenti e il disincanto di quei giovani eroi dal cuore puro, plasmati da un’etica del lavoro, che sognano un futuro migliore.

Tra mito e poesia – venerdì 14 luglio alle 20 – con “Liber Secundus: Ilio Brucia” di Anagoor: la performance di Marco Menegoni con live set di Mauro Martinuz, per la regia di Simone Derai, che cura anche il disegno luci e (con Serena Bussolaro) i costumi, si ispira al drammatico racconto della distruzione di Troia nell’“Eneide” di Virgilio. Cronaca di un massacro a cui l’eroe figlio di Venere assiste impotente, indeciso se gettarsi nella mischia e perire o cercare di trarsi in salvo con i suoi cari e intraprendere la via dell’esilio: l’inganno dei greci e la costruzione del cavallo di legno, perfetto nascondiglio per i nemici pronti a penetrare nella città, rivivono attraverso le parole di un superstite, un guerriero sgomento di fronte alla ferocia dell’assalto e alla strage sanguinosa di donne e uomini, vecchi e fanciulli. Nel ritmo incalzante degli esametri dattilici, sul beat elettronico della colonna sonora, si riflette il clangore delle armi, insieme ai bagliori delle fiamme: dopo dieci anni di assedio, di scontri, di duelli, gli abitanti di Troia inermi cadono nelle case e nei tempi, per le strade, sotto i colpi dell’esercito invasore, per un capriccio degli dei. Nell’antico poema affiora come da un incubo l’immagine tremenda dei disastri della guerra, quello strano “gioco” che a distanza di secoli ancora si perpetua, con armi sempre più potenti e perfezionate, come un perverso rito che nell’era dei viaggi spaziali, lascia dietro di se dolore e odio, morte e desolazione.

Storie di grandi campioni – sabato 15 luglio alle 20 – ne “La Milonga del Fútbol”, uno spettacolo di e con Federico Buffa, protagonista sulle note del pianoforte di Alessandro Nidi (sua anche la direzione musicale e i brani originali) con la cantante e attrice Mascia Foschi, per la regia di Pierluigi Iorio – produzione IMARTS / International Music and Arts. Sul palco in riva al mare il famoso cronista sportivo, apprezzato e brillante storyteller, rievocherà le imprese di alcuni dei più celebri calciatori di tutti i tempi: miti del pallone, da Renato Cesarini a Omar Sivori e Diego Armando Maradona, le cui carriere si svolgono tra il Sudamerica e l’Italia, in una moderna, avvincente epopea. «Renato Cesarini, un funambolo del gol, scoprirà Omar Sivori e lo porterà in Italia. Ci si riferisce a lui quando si parla di “Zona Cesarini”, per aver segnato alcuni gol negli ultimi secondi prima del fischio finale» – si legge nella presentazione –. «Omar Sivori, talentuoso e irriverente, incantava l’Argentina degli anni ’50 nel pieno del boom economico. E infine Diego Armando Maradona, el pibe de oro, il più grande di sempre, col suo calcio spettacolare e fantasioso divenne un idolo degli anni ‘80 –‘90 per un popolo che usciva dai problemi della recessione e della dittatura del Generale Videla». Federico Buffa ripercorre, in una intrigante narrazione, le vicende di tre eroi moderni, ammantati di gloria e acclamati negli stadi, sullo sfondo della temperie sociale e politica di un’epoca di tragedie e trionfi.

Sulla giostra delle umane passioni, tra seduzione e disincanto – venerdì 21 luglio alle 20 – con “Comizi d’Amore Contemporanei / Dialogo Sentimentale” (produzione Teatro Ristori di Verona, da un’idea di Alberto Marini) per una libera riflessione dello psichiatra e scrittore Paolo Crepet sulla complessità delle relazioni e sulle contraddizioni della mente e del cuore. Un’indagine sulle misteriose regole dell’attrazione e sulle piccole e grandi incomprensioni del quotidiano, sulla profondità (o superficialità) dei legami nella cosiddetta società liquida, dominata dalla precarietà e dall’incertezza, arricchita di spunti e suggestioni offerte dalle opere di compositori come Claude Debussy, Johannes Brahms, Fryderyk Chopin, Sergej Rachmaninov e Astor Piazzolla. Sulla colonna sonora disegnata da Marcello Mazzoni al pianoforte, Paolo Crepet analizza stati d’animo, inclinazioni, comportamenti e attitudini, azioni e reazioni in una sorta di moderno alfabeto dei sentimenti, mettendo l’accento sulla necessità di amare e sentirsi amati. «Tutto parte dalla ricerca della felicità e per questo credo che la psichiatria sia l’arte di rimuovere gli ostacoli alla felicità» – sostiene Crepet –. «Le emozioni e i sentimenti? Il rischio è che diventino preconfezionati. Sta passando di moda la passione e quindi anche l’amore passionale. Nella seduzione, cioè nell’approccio tra due persone che si piacciono, non può saltare un elemento, che è quello faticoso del conoscersi, dell’approfondire e del creare complicità, per imparare a capirsi e ascoltarsi».

Un’indagine sulle antiche e moderne paure – sabato 22 luglio alle 20 – con “Fiabafobia”, ironico e coinvolgente one-woman-show di e con Arianna Porcelli Safonov (produzione Mismaonda): una serie di racconti emblematici incentrati sulle inquietudini e sui più o meno giustificati timori che caratterizzano la nostra epoca. Tra le emozioni primarie, la paura nasce dall’istinto di autoconservazione come reazione inconscia davanti a una minaccia o a un pericolo reale o immaginario ma si trasforma in strumento di dominio sulle masse, laddove sia possibile indicare una possibile causa di disordine o malattia o un potenziale nemico. «La risata è il linguaggio che serve per entrare dentro ad uno degli argomenti più attuali, impegnativi e meno discussi di questo momento storico: la paura come timone sociale» – sottolinea Arianna Porcelli Safonov –. «Sin dai tempi dell’Uomo Nero, ogni anno viene prodotto un nuovo soggetto che dovrà farcela fare sotto. Quando ero piccola si doveva aver paura di Chernobyl, poi c’è stata la Mucca Pazza, l’arsenico nell’acqua, i testimoni di Geova. Poi sono arrivati i musulmani e dopo il 2001 se vedevi un arabo con cartella Invicta, eri in grado di allontanarti con un record da far piangere Usain Bolt…».“Fiabafobia” affronta in chiave umoristica e tragicomica il «clima di terrore mondiale» ma anche le «fobie personalizzate», dai serpenti, ai ragni, all’aereo, ai batteri di ogni tipo… per una sorta di catarsi collettiva, «sperando che non ci sia nessuno che abbia paura di ridere di pensare».

Nel segno dell’arte di Tersicore – giovedì 27 luglio dalle 20 – con il trittico che accosta due creazioni coreografiche, “Enfants” di Roberta Maimone e Roberta Riontino e “Shocking” di Francesca La Cava e Giorgia Maddamma, tra cui è incastonato il reading “Con Grazia” a cura di Rossella Dassu per un omaggio a Grazia Deledda.

S’intitola “Enfants” la performance ideata e interpretata dalle danzatrici e coreografe Roberta Maimone e Roberta Riontino (Roberta&Roberta Production), nata dalla «voglia di unione e divertimento», per regalare un sorriso, attraverso un momento di riflessione sull’approccio alla vita quotidiana, «contrapponendo l’età adulta alla ricerca infantile della libertà e della gioia». Una partitura che ritrae gli «automatismi referenziali del comportamento adulto nella società contemporanea, per poi entrare in contatto con il bambino che è in noi, liberi di giocare con la nostra infinita immaginazione» – come sottolineano le due artiste – «utilizzando un linguaggio coreografico che include un movimento ritmico e ben definito accanto alla musica», per rappresentare «il flusso dell’immaginazione infantile: qualcosa che non si può dire e quindi deve essere vissuto». Un racconto per quadri in cui è fortemente presente l’elemento ludico, per mettere in risalto la spensieratezza e l’innocenza dell’infanzia, a fronte delle stratificazioni culturali e sociali, dei rigidi limiti e degli schemi comportamentali tipici dell’età adulta. «La performance ricorda il desiderio di tornare all’infanzia, esplorando le parti non guarite e non scoperte di noi stessi, il bambino interiore onnipresente in tutti noi e realizzando come andare avanti nella vita con serenità, entusiasmo ed eccitazione». “Enfants” rappresenta un invito alla leggerezza: «Sorridi, divertiti e non prenderla troppo sul serio!».

Con Grazia” – con una serie di letture dalle opere di Grazia Deledda a cura dell’attrice e regista Rossella Dassu, esplora l’immaginario della scrittrice nuorese Premio Nobel attraverso una antologia di testi significativi che riguardano in particolare, ma non solo, l’universo femminile. Un viaggio nell’opera dell’autrice di “Cenere” e “Canne al Vento”, che ha saputo raccontare la Sardegna arcaica e la civiltà agro-pastorale ma anche le atmosfere cittadine, ponendo l’accento sulle passioni umane. “Con Grazia” è quindi un omaggio alla scrittrice e poetessa, creatrice di personaggi indimenticabili, autrice raffinata e eclettica capace di utilizzare differenti registri e stili per trasportare sulla pagina la relazioni affettive e i legami di sangue, la visione della famiglia e della società in un’Isola reinventata e quasi leggendaria, ma sorprendentemente somigliante al vero, tra crudo realismo e elementi fiabeschi. Nei romanzi e nelle novelle di Grazia Deledda emerge una profonda conoscenza della natura umana, con le sue luci e le sue ombre, tra battaglie interiori e dilemmi morali, ansia di libertà e desiderio di seguire le proprie inclinazioni e i propri sogni di contro agli obblighi morali e alle aspettative altrui, nell’eterna lotta tra il bene e il male. La scrittrice che grazie alla sua intelligenza e al suo talento ha saputo conquistarsi un posto nel mondo, rappresenta un modello di donna moderna e emancipata e un riferimento per le generazioni presenti e future.

Shocking”, originale creazione coreografica di e con Francesca La Cava e Giorgia Maddamma, con aiuto alla drammaturgia e ideazione luci di Anouscka Brodacz, musica originale di Globster e disegno luci di Michele Innocenzi – produzione Gruppo e-Motion e KoreoProject –si ispira all’idea del volo per un percorso alla riscoperta dell’ambiente e del rispetto della natura. «Sentiamo l’urgenza di fare un passo indietro e ripartire con una nuova rotta, piantare nuovi semi per far crescere piante nuove e migliori, rispettare i nostri luoghi, imparare ad apprezzarli e a riconoscerne la bellezza e l’unicità» – sottolineano le due autrici –. «Incentriamo la nostra ricerca su qualcosa che esiste, che vive attorno a noi, nella sua estrema, semplice, complessità, nel suo meccanismo unico che appartiene al regno degli animali, dal quale abbiamo scelto il Fenicottero Rosa. Partiamo dal concetto che la gran parte delle cose di cui crediamo di aver bisogno sono in realtà superflue e, peggio ancora, ci impediscono di focalizzarci su ciò che veramente ci occorre. Nella natura possiamo di sicuro trovare la nostra fonte di ricchezza profonda, i nostri semi da far germogliare». Nel duplice significato suggerito dal titolo “Shocking” accosta la tonalità di colore dei fenicotteri allo «shock subito dall’intera umanità per la pandemia, e di cui probabilmente gli animali hanno vissuto il lato migliore, quello della libertà» in una sintesi poetica e immaginifica attraverso la danza.

Il pathos della tragedia e il racconto di una guerra fratricida – venerdì 28 luglio alle 20 – con “7 contro Tebe” (da Eschilo), uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica che vede protagonisti sulla scena Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri e Enzo Illiano per una rilettura del mito in chiave contemporanea – produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi in co-produzione con I Sacchi di Sabbia. Eteocle e Polinice, figli di Edipo, avevano deciso di regnare a turno su Tebe, ma Eteocle non rispettò il patto e, per non cedere il trono al fratello, lo fece catturare e allontanare dalla città. L’esule Polinice, alleatosi con il re di Argo, tornò deciso a riconquistare il potere e la città; «la tragedia di Eschilo inizia qui, con l’esercito argivo alle porte di Tebe: per ciascuna delle sette porte un guerriero terribile e un altrettanto terribile guardiano».
«Questo lavoro chiude una trilogia à rebours sull’immaginario greco: dopo Luciano di Samosata (“Dialoghi degli Dei”) e Euripide (“Andromaca”), arriva il grande Eschilo, con un testo arcaico, uno dei più antichi che ci sono pervenuti: i “7 contro Tebe”» – scrivono Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia –. «Affrontare una tragedia arcaica con le tecniche del comico non significa farne una parodia. La sfida di questo nuovo progetto, che miscela alto e basso senza soluzione di continuità, è “costringere” lo spettatore a disposizioni emotive sempre diverse, portarlo a sperdersi nell’immaginario greco». In attesa del drammatico finale…

Focus sulla poesia con il Laboratorio a cura di Marco Menegoni e Simone Derai (Anagoor), in programma dal 10 al 13 luglio nell’ex Pretura Regia di Pula, in cui i due artisti mettono a confronto le opere di Publio Virgilio Marone (I secolo a.C.) e Andrea Zanzotto (1921-2011), approfondendo in particolare il lessico e il rapporto con la natura. Nelle “Bucoliche” il poeta della Roma imperiale evoca il canto dei pastori in una idilliaca Arcadia attraverso dieci Egloghe, sul modello di Teocrito, tra dialoghi, struggimenti amorosi, profezie e digressioni filosofiche (mentre nelle “Georgiche” affronta il lavoro dei campi, la coltivazione della vite e dell’olivo, l’allevamento e l’apicoltura in forma di poema). Andrea Zanzotto compone le sue “IX Ecloghe” tra il 1957 e il 1960: l’autore si discosta dalla cultura novecentesca per riscoprire la poesia pastorale, ma nel paesaggio incantato frutto dell’invenzione letteraria si riconoscono i simboli della modernità, tra atmosfere cittadine e realtà industriale. Marco Menegoni e Simone Derai, che in “Egloga XI / Un omaggio presuntuoso alla grande anima di Andrea Zanzotto” hanno affrontato una serie di temi sottesi all’opera del poeta, proseguono la loro indagine su una delle figure più significative dell’Italia del secondo Novecento.

Il XLI Festival “La Notte dei Poeti” è organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Pula con il contributo della Fondazione di Sardegna e il prezioso apporto di Sardinia Ferries, che ospita artisti e compagnie sulle sue navi.

INFO & PREZZI

Abbonamento per tutti gli spettacoli
135 euro

Biglietti
posto unico – 20 euro

Biglietti per “Il sogno di una cosa” con Elio Germano e Teho Teardo (9 luglio)
posto unico – 30 euro

Biglietti per “Enfants” + “Con Grazia” + “Shocking” (27 luglio)
posto unico – 15 euro

Biglietti per Residenti a Pula (tranne che per “Il sogno di una cosa” con Elio Germano)
posto unico – 12 euro

Laboratorio gratuito – con prenotazione obbligatoria

per informazioni e prenotazioni: cell. 3454894565 – e-mail: biglietteria@cedacsardegna.it

www.lanottedeipoeti.it – www.cedacsardegna.it

www.comune.pula.ca.it

CONTATTI: Ufficio Stampa CeDAC/ Sardegna:
Anna Brotzu – cedac.uffstampa@gmail.com – cell. 3286923069 – whatsapp (only) 3298235720

Prometeo

Prometeo
da Eschilo
uno spettacolo di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco con gli attori di PEM

interpreti: Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera

scenofonia Roberto Tarasco
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo

regia Gabriele Vacis

produzione Nidodiragno / CMC – PEM / Potenziali Evocati Multimediali

Nella mitologia greca, la storia più accreditata sulla nascita dell’uomo vede gli dei sconfiggere i loro antenati, i titani, e Zeus divenire il re degli dei con l’aiuto di Prometeo.

Prometeo, figlio di un titano, è quindi un giovane che si ribella ai genitori. Ed è a lui che gli dei affidano l’incarico di creare l’uomo.

Siamo all’inizio. È un tempo giovane, fatto di aspettativa e di desiderio.

La tragedia di Eschilo coglie il momento successivo all’alleanza, quello del conflitto tra Zeus e Prometeo. Quando Zeus scopre che il figlio del titano gli ha rubato il fuoco – la tecnica, la scienza – per donarlo agli uomini, si sente tradito e lo punisce incatenandolo a una rupe, ai confini del mondo, il fegato (che la notte ricresce) divorato ogni mattina da un’aquila.

Prometeo è l’archetipo della conoscenza, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza. Ed è il simbolo della ribellione. È un personaggio che i giovani amano, perché non riesce a contenere i suoi sentimenti e sfida l’autorità costituita valicando i recinti delle convenzioni. Si è soliti dire che i classici sono attuali. In realtà sono contemporanei. Attualità e contemporaneità, infatti, non sono sinonimi. Attualità è stare in un solo tempo: adesso. Contemporaneità è riuscire a comprendere tutti i tempi. Ed è questo che fa Prometeo.

Lo spettacolo

Prometeo indaga il senso profondo dell’opera di Eschilo: ruba a Eschilo il fuoco della sua tragedia per donarlo al pubblico. L’obiettivo è “calarsi” nel sentimento tragico che l’opera propone, elaborando una lingua che preservi la “solennità” dei millenni rendendo comprensibile il senso al pubblico di oggi.
Protagonista dello spettacolo è un gruppo di giovani attori, neodiplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, che si sta costituendo in associazione autonoma per sperimentare nuove modalità di produzione. Il nome che si sono dati è Potenziali Evocati Multimediali (un’analisi neurologica che calcola il tempo di reazione dei nervi periferici agli impulsi cerebrali). Un gruppo di ragazzi, perché la tragedia racconta un tempo giovane.
La sfida registica, quindi, è quella di plasmare, anche se nel caso di Prometeo sarebbe meglio dire “forgiare”, i corpi in modo che sappiano esprimere il sentimento tragico. La regia di Gabriele Vacis – un percorso creativo condiviso con tutti gli attori – lavora, contestualmente, su parole, azioni fisiche, musiche e allestimento scenico. Perché la parola non è l’unico strumento utile all’evocazione di un sentimento. Componenti irrinunciabili all’espressione del sentimento tragico sono la musica, il gesto, il movimento.
Se la tragedia di Eschilo scava alle radici del coraggio, lo spettacolo mette in scena la paura e il coraggio di affrontarla. La ribellione alla paura nelle parole di Eschilo, che attraversano i corpi dei giovani attori in scena.

PROMETEO
(Prometheus)
by Aeschylus
A performance by Gabriele Vacis and Roberto Tarasco
with the actors of PEM

In Greek mythology, the most widely accepted story regarding the creation of humanity narrates that the gods defeated their ancestors, the Titans, and Zeus became king of the gods, with the help of Prometheus.
Prometheus, the son of a Titan, is thus a young man who rebels against his parents. And he is the one entrusted by the gods with the task of creating men and women.
We are in the beginning, a young time of high expectation and desire.
Prometheus is the archetype of knowledge, freed from the chains of superstition and ignorance. He is also a symbol of rebellion, a character that young people love because he cannot contain his feelings and defies constituted authority by crossing the barriers represented by convention. It is commonly said that the classics are topical. They are actually contemporary.

Musica Libera

Musica Libera
Tra corpo e melodia
tributo al maestro Ezio Bosso

con Guenda Goria – pianoforte e voce

testo Mirko Gancitano
costumi Flavia Cavalcanti

regia Felice Panico

«E che sia negli asili, nei Conservatori o scuole, negli ospedali o nelle carceri, nelle sale da concerto, in tv o nelle cuffie, bisogna divulgarla,cioè renderla di tutti con ogni mezzo possibile… Perché alla fine di tutto una musica per essere davvero libera entra nella pancia, passa per il cuore e fa muovere la testa. E quando queste tre cose si muovono insieme diventiamo noi stessi davvero liberi». Ezio Bosso

Forse Ezio Bosso non sarà ricordato come il più grande musicista della sua generazione, ma è stato un musicista fuori dal comune, la cui capacità comunicativa è stata capace di conquistare il pubblico con il linguaggio del corpo ma sopratutto della musica. Musica Libera nasce dall’idea di voler omaggiare il maestro Bosso attraverso il concetto cui ha dedicato tutta la sua vita e che a gran voce aveva deciso di divulgare attraverso i suoi spettacoli : quello della musica libera.

Guenda Goria è la protagonista dello spettacolo-concerto incentrato sulla figura di Ezio Bosso; la concertista milanese ci restituisce un tratteggio delicato e alternato di un’artista che sa commuoversi ma non piange e non sa, non può, rilassarsi nemmeno quando si siede davanti al suo amato pianoforte.

Un bel testo che sa miscelare la recitazione con l’esibizione dal vivo e che mostra come il potere della musica possa salvare la vita o almeno fermare per qualche minuto l’avanzare di una malattia.

La protagonista

Guenda Goria – pianista e attrice
Artista poliedrica nel panorama italiano e internazionale. Dotata di orecchio assoluto entra giovanissima al Conservatorio Verdi di Milano dove si diploma in Pianoforte sotto la guida dei Maestri Leonardo Leonardi e Annibale Rebaudengo.
Laureata in Filosofia Estetica, studia danza classica e tit-tap per dieci anni sotto la direzione della prima ballerina della Scala Anna Maria Bruno. Vince numerosi premi pianistici come La tastiera d’argento e si esibisce come concertistica in diverse manifestazioni italiane e internazionali (Shanghai international Festival, Trofeo Castro Alves di Salvodor de Bahia, Stati Uniti..). Si appassiona alla recitazione, entra al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma sotto la direzione di Giancarlo Giannini e debutta a teatro con Maurizio Scaparro ne La coscienza di Zeno e al cinema con Roberto Faenza nel film internazionale in inglese Anita B.
Ha lavorato come attrice con grandi maestri come Matteo Garrone nel Racconto dei racconti, Pupi Avati, Gianfranco Pannone, Gerardo Placido, i Manetti Bross; nelle opere prime cinematografiche di Stefano Alpini nel Giocatore invisibile, Monica Mazzitelli in The coltrain code e Cesare Furesi nel film Chi salverà le rose?,nelle fiction tv Il paradiso delle Signore, Un passo dal cielo, Giochi sporchi, Crimini e con registi teatrali come Juan Puerta Lopes, Alberto Oliva nel Don Giovanni di Puskin e Giancarlo Marinelli in Re Lear con Giuseppe Pambieri. Ambasciatrice per Medici senza frontiere in diverse campagne umanitarie.
Appassionata alla drammaturgia contemporanea esordisce alla regia con lo spettacolo Nel buio dell’ America co-prodotto dal Teatro Litta di Milano dove mette in scena un testo di Joyce Carol Oates interpretato dalla madre Maria Teresa Ruta nei panni di una spietata conduttrice televisiva. Ancora regista in Recitar Mangiando e attrice in Sinceramente Bugiardi sotto la regia di Pietro de Pascalis e in Sua eccellenza è servita con Giancarlo Fares e Cognate di Eric Assous con Piergiorgio Piccoli.
Al festival di Todi realizza il sogno di coniugare le passione per la musica classica e il teatro interpretando una delle più grande pianiste della storia Clara Schumann virtuosa, madre , moglie e donna di immenso spessore artistico e culturale con un capolavoro drammaturgico di Giuseppe Manfridi e sotto la guida del Maestro Maurizio Scaparro con il quale ha iniziato la sua carriera e grazie al quale ha conosciuto e imparato ad amare il Teatro.

MUSICA LIBERA
(Free Music)
A Tribute to Ezio Bosso

“Musica Libera” was born from the idea of paying homage to the maestro Ezio Bosso through the concept to which he dedicated his entire life and which he had loudly decided to popularise through his concerts: the idea of free music.
Guenda Goria offers a delicate and alternating outline of an artist who knows how to be moved but does not cry and is not able to, nor can not, relax even when in front of a most beloved piano.
A beautiful text which combining acting with live music shows how the power of music can save lives, or at least stop the progression of a disease, even just for a few minutes.

Il sogno di una cosa

Il sogno di una cosa
di e con Elio Germano e Teho Teardo
liberamente tratto dal capolavoro di Pier Paolo Pasolini

produzione Infinito Teatro-Pierfrancesco Pisani e Argot Produzioni
in co-produzione con Fondazione Teatro della Toscana
con il contributo di Regione Toscana

Elio Germano e Teho Teardo portano in scena “Il sogno di una cosa” di Pier Paolo Pasolini in una versione di parole e musica. Pasolini ci parla con le voci delle persone che dall’Italia del secondo dopoguerra, stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal comunismo e con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti.

Il sogno di una cosa” è il primo esperimento narrativo di Pier Paolo Pasolini, scritto di getto negli anni dell’immediato dopoguerra, prima di “Ragazzi di vita” e di “Una vita violenta”, ma pubblicato solo nel 1962, per questo il romanzo risulta essere al tempo stesso il romanzo d’esordio e di conclusione della stagione narrativa di uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento.

IL SOGNO DI UNA COSA
(A Dream of Something)

Elio Germano and Teho Teardo enact Pier Paolo Pasolini’s “A Dream of Something,” his first narrative experiment, written in one go in the years immediately after the war, before “The Ragazzi” and “A Violent Life,” but published only in 1962, which is why the novel turns out to be both the debut and conclusion of the narrative season of one of the most important Italian intellectuals of the 20 th century.

Laboratorio – con Marco Menegoni e Simone Derai

LABORATORIO
a cura di
Marco Menegoni e Simone Derai

A partire dalla ricerca performativa condotta per “Ilio Brucia”, Anagoor propone una pratica di indagine della parola poetica come fenomeno fisico, radicato nel corpo, ma anche sul corpo e il suono delle parole e sulle possibilità del dire: la relazione con il mezzo microfonico e il condizionamento del tappeto sonoro nella restituzione di un testo.

Il laboratorio si svolgerà dalle 18.00 alle 20.00 e sarà rivolto ad un massimo di 15 partecipanti, adulti dai 18 anni e senza limite d’età, preferibilmente amatori o semiprofessionisti

partecipazione gratuita – con prenotazione obbligatoria

info e prenotazioni: biglietteria@cedacsardegna.it – cell.3454894565

LABORATORIO
(Workshop)
curated by Marco Menegoni and Simone Derai

Starting from the performance research conducted for “Ilio brucia,” Anagoor suggests an investigation of the poetic word as a physical phenomenon, rooted in the body, but also on the body and sound of words and the possibilities connected to them: the relationship with the microphone as a medium and the influence of background noise in the reinstatement of a text.
The workshop will take place from 6 to 8 p.m. for a maximum of 15 participants, adults 18 and older with no age limit, preferably amateurs or semi-professionals.
Free participation – booking required (0039 345 4894565 – biglietteria@cedacsardegna.it )

Liber Secundus: Ilio brucia

Liber Secundus: Ilio brucia
dal secondo libro dell’Eneide di Virgilio
con Marco Menegoni
live set Mauro Martinuz

luci Simone Derai
costumi Simone Derai, Serena Bussolaro
cura, organizzazione e management Annalisa Grisi

regia Simone Derai

produzione Anagoor 2020
coproduzione Centrale Fies

Il secondo libro dell’Eneide è uno dei passi più violenti della letteratura mondiale. A questo capolavoro e al suo poeta Anagoor ha dedicato uno spettacolo storico, “Virgilio Brucia”.

In quella che è una performance storica di Anagoor, Marco Menegoni recita i più emozionanti versi virgiliani a perdifiato, in latino e in metrica, incalzato dall’incessante beat elettronico di Mauro Martinuz: nella lingua morta, mai stata così viva, permane la memoria dell’incendio, dello sterminio di un popolo, della fuga per mare.

Anagoor elabora una performance dalla struttura inedita e torna ad eseguire i commoventi esametri di Virgilio che ancora una volta ci inchiodano al cospetto del rogo di un mondo: il riconoscimento, se mai ce ne fosse bisogno, che il canone antico da sempre conserva e trasmette non solo bellezza, ma anche descrizione esplicita del genocidio.

durata della performance: 40’

La compagnia

La compagnia Anagoor, fondata da Simone Derai e Paola Dallan a Castelfranco Veneto nel 2000, si configurando fin da subito come un esperimento di collettività. Oggi alla direzione di Simone Derai e Marco Menegoni si affiancano le presenze costanti di Patrizia Vercesi, Mauro Martinuz e Giulio Favotto, mentre continuano a unirsi artisti e professionisti che ne arricchiscono il percorso e ne rimarcano la natura di collettivo.
Laboratorio continuo, aperto a professionisti e neofiti, Anagoor è l’alveo di una creazione aperta alla città e alle sue diverse generazioni, dove, in un tentativo strenuo di generare un’arte teatrale della polis, non trovano soluzione di continuità l’azione pedagogica nelle scuole, l’intervento sul territorio, il richiamo alla comunità, le produzioni della compagnia.
Il teatro di Anagoor risponde a un’estetica iconica che precipita in diversi formati finali dove performing art, filosofia, letteratura e scena ipermediale entrano in dialogo, pretendendo tuttavia, con forza e in virtù della natura di quest’arte, di rimanere teatro.
Fra gli spettacoli: *jeug- (2008); Tempesta (2009), segnalazione speciale al Premio Scenario; Fortuny (2011); L.I. Lingua Imperii (2012), tra gli spettacoli vincitori del Music Theatre NOW 2015; Virgilio Brucia (2014); Socrate il sopravvissuto / come le foglie (2016) candidato ai Premi UBU come spettacolo dell’anno, Orestea / Agamennone Schiavi Conversio (2018) selezionato nel programma New Settings di Fondation d’entreprise Hermès.
Nel 2012 la compagnia approccia il teatro musicale con il film-concerto Et manchi pietà, cui fanno seguito tre regie d’opera: nel 2013 Il Palazzo di Atlante di Luigi Rossi (1642), presentato alla Sagra Musicale Malatestiana di Rimini, nel 2017 Faust di Charles Gounod, produzione del Teatro Comunale di Modena, Teatro Valli di Reggio Emilia e Teatro Municipale di Piacenza e nel 2019 Das Paradies un di Peri di Robert Schumann, produzione del Teatro Massimo di Palermo.
Fra i premi ricevuti: il premio “Jurislav Korenić“ a Simone Derai come miglior giovane regista al 53mo Festival MESS (2012), il Premio Hystrio – Castel dei Mondi (2013), il Premio ANCT per l’innovativa ricerca teatrale, il premio HYSTRIO alla regia (2016) e il Premio ReteCritica, Leone d’Argento per il Teatro 2018.
Dal 2008 Anagoor ha la sua sede nella campagna trevigiana, presso La Conigliera, allevamento cunicolo convertito in atelier e dal 2010 fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies – art work space.

LIBER SECUNDUS: ILIO BRUCIA
(Book II: Ilion Burns)
From Book II of the Aeneid by Virgil

Book II of the Aeneid is one of the most violent works in world literature.
Marco Menegoni recites Virgil’s most moving verses at breakneck speed, in Latin and metrically, pressed by Mauro Martinuz’s incessant electronic beat: the memory of the fire lingers in the dead language, which has never felt so alive, along with that of the extermination of a people and the flight by sea.

La Milonga del Fútbol

La Milonga del Fútbol
uno spettacolo di e con Federico Buffa
con Alessandro Nidi e Mascia Foschi

direzione musicale e musiche originali di Alessandro Nidi
light designer Francesco Adinolfi

regia Pierluigi Iorio

una produzione IMARTS / International Music and Arts

debutto nazionale al Teatro Romano di Verona / Festival della Bellezza il 12 giugno

Federico Buffa torna a teatro con il suo nuovo spettacolo “La Milonga del Fútbol”, prodotto da IMARTS / International Music and Arts, che debutterà nella stagione estiva in alcune delle più prestigiose arene italiane.

Sotto i riflettori il noto cronista sportivo, apprezzato e brillante storyteller, con la regia di Pierluigi Iorio, di nuovo protagonista per raccontare le gesta di alcune delle più illustri personalità del calcio di tutti i tempi.

Attraverso le storie di Renato Cesarini, Omar Sivori e Diego Armando Maradona, Federico Buffa racconta vicende legate allo sport ma anche piene di passione, romanticismo e italianità.

Renato Cesarini un funambolo del gol, scoprirà Omar Sivori e lo porterà in Italia. Ci si riferisce a lui quando si parla di “Zona Cesarini”, per aver segnato alcuni gol negli ultimi secondi prima del fischio finale.

Omar Sivori talentuoso e irriverente, incantava l’Argentina degli anni ’50 nel pieno del boom economico.

Diego Armando Maradona, el pibe de oro, il più grande di sempre, col suo calcio spettacolare e fantasioso divenne un idolo degli anni ‘80 –‘90 per un popolo che usciva dai problemi della recessione e della dittatura del Generale Videla.

Storie potenti, intrise di romanticismo e italianità, raccontate dalla voce di Federico Buffa

Ad arricchire lo spettacolo, anche dei contenuti a sorpresa che appassioneranno tutti gli spettatori.

A impreziosire il racconto, le suggestioni sonore proposte dal pianista e compositore Alessandro Nidi (che firma la direzione musicale e le musiche originali) con Mascia Foschi al canto.

Il protagonista

Federico Buffa (Milano, 28 luglio 1959) è un giornalista, e telecronista sportivo italiano.
Oltre alla sua attività di telecronista di basket e commentatore sportivo, Buffa ha condotto alcune trasmissioni antologiche sempre a tema sportivo, nelle quali ha dimostrato – secondo Aldo Grasso – di «essere narratore straordinario, capace di fare vera cultura, cioè di stabilire collegamenti, creare connessioni, aprire digressioni» in possesso di uno stile avvolgente ed evocativo.

LA MILONGA DEL FÚTBOL
(The Milonga of Fútbol)

Federico Buffa returns to the theatre with his new show “La Milonga del Fútbol” to narrate the exploits of some of the most illustrious soccer personalities of all time.
Through the stories of Renato Cesarini, Omar Sivori and Diego Armando Maradona, Federico Federico Buffa tells powerful stories related to sports but also full of passion, romance and Italianness.

Comizi d’Amore Contemporanei

Comizi d’Amore Contemporanei
Dialogo Sentimentale
di e con Paolo Crepet
e con Marcello Mazzoni – pianoforte

musiche di Claude Debussy, Sergej Rachmaninov, Johannes Brahms,
Astor Piazzolla, Fryderyk Chopin

ideazione del maestro Alberto Martini
produzione Teatro Ristori di Verona
distribuzione Reggio Iniziative Culturali S.r.l.

Una libera riflessione di Paolo Crepet sull’amore e le passioni umane contestualizzate nella nostra epoca, un tema tra i più dibattuti e cari allo psichiatra-scrittore, che prenderà spunto anche dalle suggestioni musicali offerte da alcune opere di compositori come Claude Debussy, Sergej Rachmaninov, Johannes Brahms, Astor Piazzolla e Fryderyk Chopin.

«Tutto parte dalla ricerca della felicità e per questo credo che la psichiatria sia l’arte di rimuovere gli ostacoli alla felicità» – afferma Paolo Crepet –. «Sono convinto che la psichiatria abbia più a vedere con l’arte che con altro».

«Le emozioni e i sentimenti? Il rischio è che diventino preconfezionati. Sta passando di moda la passione e quindi anche l’amore passionale» – sottolinea Paolo Crepet –. «Nella seduzione, cioè nell’approccio tra due persone che si piacciono, non può saltare un elemento, che è quello faticoso del conoscersi, dell’approfondire e del creare complicità. Complicità vuol dire stare assieme nei momenti difficili, in quei frangenti in cui ci può essere una crisi dell’uno o dell’altro, nel capirsi e nell’ascoltarsi. È per tutta questa roba qui, che la relazione amorosa è per forza difficile e faticosa e non può essere agevolata».

L’autore

Paolo Crepet – Psichiatra e sociologo italiano è nato a Torino nel 1951. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Padova (1976), quindi in Sociologia all’Università di Urbino (1980), si è specializzato in Psichiatria presso la clinica psichiatrica dell’Università di Padova (1985). Vicino a Franco Basaglia, dal quale ha mutuato solide posizioni antipsichiatriche, è prolifico autore di saggi che indagano diversificati aspetti del disagio della contemporaneità coniugando un rigoroso approccio scientifico a una scrittura chiara e divulgativa. Tra le opere più note e significative “Le dimensioni del vuoto. I giovani e il suicidio” (1993), “Le misure del disagio psicologico” (1994), “Cuori violenti. Viaggio nella criminalità giovanile” (1995), “I giorni dell’ira. Storie di matricidi” (1998), “I figli non crescono più” (2005), “La gioia di educare” (2008), “Elogio dell’amicizia” (2012), “Impara a essere felice” (2013), “Non mi chiedere di più” (2014), “Il caso della donna che smise di mangiare” (2015), “Baciami senza rete” (2016), “Il coraggio” (2017), “Passione” (2018), “Libertà” (2019), “Vulnerabili” (2020) e, nel 2021, “La fragilità del bene” e “Oltre la tempesta”.

COMIZI D’AMORE CONTEMPORANEI
[Contemporary Love speeches]

A free reflection by Paolo Crepet on love and human passions contextualised in our times, one of the most debated and dearest topics to the psychiatrist-writer, also inspired by the musical suggestions offered by works of composers such as Claude Debussy, Sergei Rachmaninov, Johannes Brahms, Astor Piazzolla and Fryderyk Chopin.
«Everything starts from the pursuit of happiness and that is why I believe psychiatry is the art of removing obstacles to happiness,» says Paolo Crepet. «I am convinced that psychiatry has more to do with art than anything else.»

Fiabafobia

Fiabafobia
di e con Arianna Porcelli Safonov
produzione Mismaonda Creazioni Live

“Fobia” vuol dire paura e “Paura” include nella propria radice l’indoeuropeo -patche vuol dire percuotere, abbattere. Potremmo dire che le paure ci abbattono e che veniamo giornalmente percossi dalla fobia. Non è un buon inizio per un monologo comico. La risata però è il linguaggio che serve per entrare dentro ad uno degli argomenti più attuali, impegnativi e meno discussi di questo momento storico: la paura come timone sociale.

Siamo passati dal “Non abbiate paura” di Giovanni Paolo II al “Restate a casa” in un batter d’occhio, da “Andrà tutto bene” alla vigile attesa. Sin dai tempi dell’Uomo Nero, ogni anno viene prodotto un nuovo soggetto che dovrà farcela fare sotto. Quando ero piccola si doveva aver paura di Chernobyl, poi c’è stata la Mucca Pazza, l’arsenico nell’acqua, i testimoni di Geova. Poi sono arrivati i musulmani e dopo il 2001 se vedevi un arabo che avesse fatto la sciagurata scelta di comprarsi una cartella Invicta, eri in grado di allontanarti con un record da far piangere Usain Bolt (record mondiale 100 metri ndr).

Dopodiché sono arrivati gli immigrati ma ora non se li fila più nessuno perché ci sono il virus, la peste suina e, se non bastasse, una bella guerra.

Ma non ci bastano le paurose proposte dai suggeritori mediatici: vogliamo di più! Ed anche grazie al clima di terrore mondiale ci spertichiamo in fobie personalizzate che ci percuotono con mille bastoni: dai serpenti, ai ragni, all’aereo, alle malattie veneree, ai batteri di ogni tipo che potrebbero aggredirci al tavolino del bar, dalla fobia degli uomini e delle donne con cui potremmo riprodurci a quella dell’acqua alta e molto altro di pauroso e di ridicolo che viene giustificato con “Scusa, è che c’ho la fobia!”

Arianna Porcelli Safonov

Fiaba-fobia” è una collana di racconti che indaga sulle fobie che accompagnano la nostra persona, a volte per tutta la vita, a volte più dei parenti. “Fiaba-fobia” è stata scritta per ridere e per pensare. Sperando che non ci sia nessuno che abbia paura di ridere e di pensare.

FIABAFOBIA
[Fairytale-phobia]

“Fiaba-fobia” investigates the phobias that accompany us, sometimes for a lifetime, sometimes more than our relatives. “Fiaba-fobia” was written to laugh and to think. Hoping that no one who is afraid of laughing and thinking.

Con Grazia

Con Grazia
letture dalle opere di Grazia Deledda
a cura di Rossella Dassu

“Con Grazia” – con una serie di letture dalle opere di Grazia Deledda a cura dell’attrice e regista Rossella Dassu, esplora l’immaginario della scrittrice nuorese Premio Nobel attraverso una antologia di testi significativi che riguardano in particolare, ma non solo, l’universo femminile.

Un viaggio nell’opera dell’autrice di “Cenere” e “Canne al Vento”, che ha saputo raccontare la Sardegna arcaica e la civiltà agro-pastorale ma anche le atmosfere cittadine, ponendo l’accento sulle passioni umane.

“Con Grazia” è quindi un omaggio alla scrittrice e poetessa, creatrice di personaggi indimenticabili, autrice raffinata e eclettica capace di utilizzare differenti registri e stili per trasportare sulla pagina la relazioni affettive e i legami di sangue, la visione della famiglia e della società in un’Isola reinventata e quasi leggendaria, ma sorprendentemente somigliante al vero, tra crudo realismo e elementi fiabeschi.

Nei romanzi e nelle novelle di Grazia Deledda emerge una profonda conoscenza della natura umana, con le sue luci e le sue ombre, tra battaglie interiori e dilemmi morali, ansia di libertà e desiderio di seguire le proprie inclinazioni e i propri sogni di contro agli obblighi morali e alle aspettative altrui, nell’eterna lotta tra il bene e il male.

La scrittrice che grazie alla sua intelligenza e al suo talento ha saputo conquistarsi un posto nel mondo, rappresenta un modello di donna moderna e emancipata e un riferimento per le generazioni presenti e future.

L’autrice e regista

Rossella Dassu inizia il suo percorso artistico a Cagliari con la compagnia cada die teatro.
Nel 1997 si diploma come attrice in Toscana frequentando il corso di formazione europea presso il C.R.S.T di Pontedera. Approfondisce i suoi studi di teatro e danza partecipando a seminari nazionali e internazionali, trai suoi principali maestri Danio Manfredini, Yoshi Oida, Yuri Altschiz. Vive e lavora a Bologna dove realizza spettacoli e progetti teatrali di cui è autrice ed interprete, collabora saltuariamente come attrice con la compagnia Teatri di vita, realizza produzioni in collaborazione e con compagnie e associazioni dell’Emilia Romagna e con il Cada Die Teatro a Cagliari.

CON GRAZIA
(With Grazia)

“Con Grazia,” a series of readings from the works of Grazia Deledda. Actress and director Rossella Dassu, explores the imagery of the Nuoro Nobel Prize-winning writer through an anthology of significant passages that deal especially, but not only, with the female universe.
A journey through the work of the author of “Ashes” and “Reeds in the Wind,” who knew how to narrate archaic Sardinia and its agro-pastoral civilisation but also city atmospheres, with an emphasis on human passions.

Shocking

Shocking
regia, coreografia e interpretazione Francesca La Cava e Giorgia Maddamma
aiuto alla drammaturgia e ideazione luci Anouscka Brodacz
musica originale Globster
disegno luci Michele Innocenzi
produzione GRUPPO e-MOTION e KOREOPROJECT
con il contributo del MIC, della Regione Abruzzo, del Comune dell’Aquila e Operazione RESTART e della Regione Puglia

residenze: Spazio Matta (Pescara), BarrakkArt (Puglia), Dance screen in the land (Lazio), DANSSABEEL (Egitto), Asmed (Sardegna)

• Nome comune: Fenicottero rosa
• Nome scientifico: Phoenicopterus roseus Pallas
• Parentela: Uccello di Fuoco, Araba Fenice
• Cibi preferiti: Artemia salina
• Frase preferita: Post fata resurgo
• Teatro preferito: La Fenice di Venezia
• Spirito: collaborativo
• Tratti particolari: 12 piume nere
• Segno astrologico: costellazione della Gru
• Sogno ricorrente: Evasione
• Schema di volo: a “V”, di nuova tendenza
• Strategia di sopravvivenza: Complicità
• Cibo: Sushi
• Drink: Aperol spritz
• Tatuaggio: Gambero Rosso
• Carattere: Finely rough
• accessorio: tacchi a spillo
• soprannome o nomignolo: gambe lunghe
• hobby: flamenco
• residenza: cittadina del mondo
• vizi: sigarette lunghe
• altezza: estendibile
• famiglia: numerosa

Dal volo parte il nostro viaggio!
A che punto siamo del nostro viaggio?

Sentiamo l’urgenza di fare un passo indietro e ripartire con una nuova rotta, piantare nuovi semi per far crescere piante nuove e migliori, rispettare i nostri luoghi, imparare ad apprezzarli e a riconoscerne la bellezza e l’unicità.

Incentriamo la nostra ricerca su qualcosa che esiste, che vive attorno a noi, nella sua estrema, semplice, complessità, nel suo meccanismo unico che appartiene al regno degli animali, dal quale abbiamo scelto il FENICOTTERO ROSA.

Partiamo dal concetto che la gran parte delle cose di cui crediamo di aver bisogno sono in realtà superflue e, peggio ancora, ci impediscono di focalizzarci su ciò che veramente ci occorre. Nella natura possiamo di sicuro trovare la nostra fonte di ricchezza profonda, i nostri semi da far germogliare, le nostre ricerche da sviluppare.

SHOCKING vuole, attraverso il doppio senso contenuto nel titolo, la tonalità di colore dei fenicotteri, e lo shock subito dall’intera umanità per la pandemia, la conseguente situazione paradossale a cui ha sottoposto l’umanità, e di cui probabilmente loro, gli animali, hanno vissuto il lato migliore, quello della libertà, svilupparsi attraverso due linguaggi artistici che perfettamente si sposano, la musica e la danza. Le due arti gemelle si fondono nel tentativo di volo, quello estremo del sogno e quello reale del viaggio, entrambi meticolosamente preparati e vissuti contestualmente.

Il nostro viaggio, ispirandosi al Codice del volo di Leonardo Da Vinci, vuole trovare soluzioni per consentire all’essere umano di volare, librarsi nell’aria e diventare leggero.

La metafora del fenicottero ci consente di ricercare un nostro codice di risoluzione ai pesi della vita ed elaborare un manuale personale di volo, munito di indicazioni e avvertimenti, utile a tutti coloro che desiderano intraprendere con noi questo viaggio nella bellezza, nella natura, nell’umano.

Francesca La Cava e Giorgia Maddamma

Presentazione 1° studio: 8 e 9 settembre 2022 – Dance screen in the land – Borgo Acqua Paola – Bracciano (RM)
Presentazione 2° studio: 21 ottobre 2022 – FIND Festival Internazionale Nuova Danza – Teatro Massimo – Cagliari
Presentazione 3° studio: 5 novembre 2022 – Danssabeel – Cairo (Egitto)
Presentazione finale: 19 febbraio 2023 – Spazio Matta – Pescara

SHOCKING

“Shocking”, the double meaning contained in the title: the colour hue of the flamingos, and the shock suffered by all humanity because of the pandemic is the key to the consequent paradoxical situation to which humanity was subjected, and of which animals probably experienced the best side, i.e. freedom. The show develops through two artistic languages that perfectly match: music and dance. The twin arts come together in an attempt to fly, the extreme flight of dreaming and the real one represented by traveling, both meticulously prepared and experienced contextually. Our journey, inspired by Leonardo Da Vinci’s Codex on the Flight of Birds, aims to find solutions to enable human beings to fly, soar through the air and become light.

Francesca La Cava e Giorgia Maddamma


7 contro Tebe

7 contro Tebe
da Eschilo
uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica

con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano

produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi in co-produzione con I Sacchi di Sabbia
con il sostegno di Mic, Regione Toscana

L’argomento è noto. Sui figli gemelli di Edipo, Eteocle e Polinice, grava il funesto destino del padre: i meschini – essendo gemelli e non potendo vantare un diritto certo sul trono – si accordarono per regnare a turno; Eteocle fu il primo, ma a Polinice non toccò mai: Eteocle infatti lo fece catturare e allontanare dalla città. L’esilio forzato portò Polinice a stringere un patto d’alleanza con il Re degli Argivi per vendicarsi di Tebe e del fratello. La tragedia di Eschilo inizia qui, con l’esercito argivo alle porte di Tebe: per ciascuna delle 7 porte un guerriero terribile e un altrettanto terribile guardiano. Chi avrà la meglio?

Questo lavoro chiude una trilogia à rebours sull’immaginario greco: dopo Luciano di Samosata (Dialoghi degli Dei) e Euripide (Andromaca), arriva il grande Eschilo, con un testo arcaico, uno dei più antichi che ci sono pervenuti: I 7 contro Tebe.

Affrontare una tragedia arcaica con le tecniche del comico non significa farne una parodia. La sfida di questo nuovo progetto, che miscela alto e basso senza soluzione di continuità, è “costringere” lo spettatore a disposizioni emotive sempre diverse, portarlo a sperdersi nell’immaginario greco. L’alternarsi dei 7 duelli scandisce il ritmo di tutto lo spettacolo, si va verso un climax, di cui tutti conoscono l’ineluttabilità: è noto che alla fine saranno i due fratelli a battersi e che entrambi moriranno nello scontro. Ma come ci arriveremo? Ridendo?

7 CONTRO TEBE
(Seven Against Thebes)


The subject is well known. The baleful fate of their father weighed on Oedipus’ twin sons, Eteocles and Polynices: the wretched men – being twins and having no certain claim to the throne – agreed to rule in turn. Eteocles was the first, but it was never Polynices’ turn: in fact, Eteocles had him captured and banished from the city. His forced exile led Polynices to form an alliance with the King of the Argives to take revenge on Thebes and his brother. Aeschylus’ tragedy begins here, with the Argive army at the gates of Thebes: for each of the 7 gates a terrible warrior and an equally terrible guardian. Who will prevail?

Teatro e musica, danza e poesia per il XL Festival La Notte dei Poeti a Nora e Pula

Si alza il sipario sulla XL edizione del Festival “La Notte dei Poeti” organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna nello scenario incantevole del teatro romano di Nora, tra le rovine dell’antica città fenicio-punica e poi romana e nella vicina città di Pula. Quindici titoli in cartellone dal 7 al 29 luglio, tra spettacoli, recitals e concerti, oltre alle “incursioni” di danza urbana: tra i protagonisti artisti del calibro di Toni Servillo, Iaia Forte e Javier Girotto, Massimo Venturiello e Stefano Massini, la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio e il cronista sportivo Federico Buffa, le cantautrici Alice e Franca Masu per un’edizione “speciale” in occasione del quarantennale della kermesse.

Serena Sinigaglia firma la regia de “Le Supplici” con un cast tutto al femminile – da Arianna Scommegna (Premio Ubu 2014), Matilde Facheris, Mariangela Granelli, Maria Pilar Pérez Aspa, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan e Debora Zuin mentre Rossella Dassu reinventa le “Trame” del mito, l’attore e comico Mario Zucca si cimenta con “I segreti dei poeti”, intrecci di parole e note per Elena Pau diretta da Marco Parodi e poesie in blues per Lea Karen Gramsdorff, una danza «oltre i confini della solitudine» con “Room 22” di Funa (spettacolo vincitore Danza Urbana XL 2022) e echi del Giappone in “Zatò e Ychì” di ASMED/ Balletto di Sardegna.

Sul palcoscenico tra cielo e mare, nell’ora del tramonto, appuntamento con immortali classici e testi contemporanei, epopee sportive, canzoni d’autore e ritmi di tango in un magico intreccio fra cultura e natura.

«La serata inaugurale l’abbiamo voluta dedicare a un caro amico, il regista Marco Parodi, ideatore della “Notte dei Poeti”. La sua idea quasi pionieristica agli inizi degli Anni Ottanta poteva sembrare una scommessa un po’ azzardata, invece funzionò alla grande. Il suo progetto si basava sulla convinzione che quell’affascinante teatro di pietra millenario fosse il luogo più adatto dove cogliere l’essenza vera della poesia, affidata a grandi interpreti. La conoscenza diretta di molti attori facilitò l’impresa di proporre “recitals monografici”, unici e irripetibili, pensati specificamente per quel luogo magico. Un’occasione di libertà espressiva molto apprezzata da tutti gli artisti che non poteva non coinvolgere ed emozionare il pubblico» – sottolinea il presidente del CeDAC Antonio Cabiddu.

«Uno dei grandi artisti che ha amato molto Nora è stato Giorgio Albertazziricorda Antonio Cabiddu –. «La prima volta venne nel 1984 con il recital “L’uomo e il mare”, poesie da Dante ai contemporanei. Su quel primo incontro l’attore scriverà «mancava solo che dalle acque del magnifico mare sardo emergessero le spalle e i seni ansimanti delle sirene». Un autentico innamoramento! Venne molto volentieri altre volte, fino al suo iconico “Memorie di Adriano” di Margherite Yourcenar, con regia di Maurizio Scaparro: un trionfo, dopo il grande successo a Caracalla con la nostra Maria Carta, mentre a Nora c’era Marisa Sannia. Serate indimenticabili!»

IL CARTELLONE

Ouverture giovedì 7 luglio alle 20 nel segno della poesia in musica con le “Parole (In)cantate”,un progetto de La Fabbrica Illuminata con la direzione artistica e la regia di Marco Parodi: un concerto per un’attrice al microfono con Elena Pau (voce) sulle note del pianoforte di Alessandro Nidi, dove i testi di Dario Fo, Dacia Maraini, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Roberto Roversi, Pier Paolo Pasolini ed Ercole Patti si intrecciano alle musiche di Fiorenzo Carpi, Gino Marinuzzi, Gian Franco Maselli, Gino Negri, in una preziosa antologia di canzoni significative e pregnanti del Novecento. Omaggio a Sergio Atzeni venerdì 8 luglio alle 20 con “Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo” nell’interpretazione dell’attrice Lea Karen Gramsdorff con progetto sonoro di Simone Dulcis per un intrigante diario in versi firmato dall’autore di “Passavamo sulla terra leggeri” e “Il quinto passo è l’addio”. Toni Servillo legge Grazia Deledda sabato 9 luglio alle 20 per un viaggio tra le righe della scrittrice nuorese Premio Nobel per la Letteratura: un progetto originale pensato per il festival, con una selezione di novelle e poesie.

Un duplice appuntamento nella Pretura Regia di Pula, a partire dalla cronaca di una vittoria domenica 10 luglio alle 21.30 con il giornalista sportivo Federico Buffa, formidabile storyteller che nel suo “Italia Mundial” con la colonna sonora del pianista e compositore Alessandro Nidi racconta il trionfo degli azzurri in Spagna nel 1982 mentre mercoledì 13 luglio alle 21.30 l’attore e comico Mario Zucca indaga “I segreti dei poeti” in un originale one-man-show per la regia di Marina Thovez, alla riscoperta delle (inedite) “prime stesure” dei capolavori di artisti come Dante Alighieri, Giacomo Leopardi e Gabriele D’Annunzio.

Alice canta Battiato” giovedì 14 luglio alle 20 a Nora: la cantautrice forlivese, vincitrice del Festival di Sanremo con “Per Elisa”, accompagnata al pianoforte da Carlo Guaitoli, ricorda Franco Battiato, con cui ha collaborato fin dagli esordi, reinterpretando con la sua cifra raffinata e personale alcuni dei brani emblematici del maestro siciliano. Un intenso ritratto al femminile venerdì 15 luglio alle 20 con “Interno Familiare”: Iaia Forte legge lo splendido racconto da “Il mare non bagna Napoli” di Anna Maria Ortese, sulla colonna sonora disegnata dal sax di Javier Girotto, tra sogni d’amore e malinconico disincanto, in una sintesi di domestica infelicità.
La pietà per i vinti e il trionfo della democrazia ne “Le Supplici” di Euripide, in scena sabato 16 luglio alle 20 con uno straordinario e affiatato cast – Matilde Facheris, Mariangela Granelli, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan e Debora Zuin – per la regia di Serena Sinigaglia dove un compianto funebre diventa «rito di memoria attiva» per un messaggio di pace. Concita De Gregorio rievoca le figure di Dora Maar, Amelia Rosselli, Carol Rama, Maria Lai e Lisetta Carmi tra prosa e poesia domenica 17 luglio alle 20 in “Un’ultima cosa – cinque invettive, sette donne e un funerale” con musiche dal vivo di Erica Mou e la regia di Teresa Ludovico che esalta «il femminile e la sua potenza di fuoco» in un corale inno alla vita.

Tra storia e leggende con “Trame” di e con Rossella Dassu (martedì 19 e mercoledì 20 luglio alle 19) per un itinerario nell’area archeologica dalla chiesa di Sant’Efisio alle torri spagnole, passeggiando tra le rovine dell’antica città sommersa.

Poi un trittico al teatro romano, a partire dai ritmi sincopati e i colori della passione in “Tangos por Astor y Amelita” (giovedì 21 luglio alle 20), un progetto della cantautrice algherese Franca Masu, con Hernàn Fassa al pianoforte e Fausto Beccalossi all’accordéon, per un duplice tributo al grande compositore argentino Astor Piazzolla e alla cantante Amelita Baltar, icona del “nuevo tango”, mentre venerdì 22 luglio alle 20 va in scena la tragedia di “Agamennone” di Ghiannis Ritsos e Eschilo, nell’interpretazione di Massimo Venturiello con Carlotta Procino, Carolina Sisto, Carmine Cacciola, Davide Montalbano, Francesco Nuzzi e Giacomo Rasetti, per una moderna rilettura del mito che mostra il condottiero vincitore di Troia in tutta la sua dolente umanità. E Stefano Massini sabato 23 luglio alle 20 propone il suo “Alfabeto delle emozioni”, dove sulle singole lettere – P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia – costruisce delle storie, spaziando da Conan Doyle ad Al Capone, dalla moglie di Giosuè Carducci a Marc Chagall.

Infine un duplice appuntamento con l’arte di Tersicore venerdì 29 luglio dalle 20 con la “danza urbana” di “Room 22” di e con Marianna Moccia e Valeria Nappi (spettacolo vincitore di Danza Urbana Anticorpi XL), una performance che esplora i confini visibili e invisibili e le dinamiche delle relazioni (produzione Funa) e i riti guerrieri di “Zatò e Ychì” uno spettacolo firmato ASMED/ Balletto di Sardegna ispirato al samurai cieco interpretato sullo schermo da Shintarō Katsu e Takeshi Kitano, con Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino (anche autori delle coreografie) e ideazione e regia di Senio Giovanni Barbaro Dattena.

Il XL Festival “La Notte dei Poeti” è organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Pula con il contributo della Fondazione di Sardegna e il prezioso apporto di Sardinia Ferries, che ospita artisti e compagnie sulle sue navi.

Il CeDAC Sardegna si augura che a breve venga pubblicato il bando relativo ai contributi 2022 di cui alla L. R. n. 7 da parte dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna.

Trame

Trame

di e con Rossella Dassu

e con Federica Cabras, Manuela Frau, Lara Farci, Francesca Spano,
Marianna Murgia, Elisabetta Nuvoli, Martina Olla, Rachele Zurru

drammaturgia del suono Marianna Murgia

organizzazione Maurizio Sangirardi
produzione Associazione Culturale Ca’ Rossa

E se per la sua offerta per il peccato porterà un agnello, una femmina senza difetto porterà” Leviatico 4,32

Nel promontorio di Nora, eventi emblematici si sono stratificati nei secoli, generando parte di quella trama molto fitta che è la nostra storia. Ed è proprio dalla capacità evocativa del luogo che si parte, in una passeggiata in cui il pubblico è invitato ad un’osservazione attiva, finalizzata alla ricerca di un passato che si materializza negli elementi del paesaggio: il parco archeologico di Nora, le torri spagnole, la chiesetta di Sant’Efisio.

Lo spettacolo vuole essere un’incursione, un percorso itinerante fatto di frammenti, schegge di memoria rubate da voci di passaggio, trattenute nei muri del luogo in cui l’azione scenica si svolge. Una processione, in cui la componente religiosa si limita alla citazione di alcune tra le immagini più note dell’iconografia cristiana, mescolate agli elementi della cultura e delle tradizioni popolari dell’isola. Una sorta di via crucis, in cui a portare la croce non è più un Salvatore ma sono le donne, le escluse dalla Grande Storia che ci è stata tramandata principalmente dagli uomini, come sottolinea spesso Joyce Lussu, nelle sue riflessioni sulla condizione femminile. Non è difficile, volgendo lo sguardo alle torri spagnole che delimitano il golfo di Nora, immaginare la condizione dell’abitante di un villaggio, minacciata dalle incursioni piratesche o costretta a cedere gran parte del raccolto al governatore aragonese o piemontese, o ancora di una giovane vedova di un soldato, mandato al massacro con la Brigata Sassari nella prima guerra.

Senza la pretesa di una ricostruzione filologica dei fatti, partendo dall’età cristiana per arrivare ai giorni nostri, ogni stazione ci racconta un frammento della storia sarda, scandita non solo dagli episodi e dai personaggi principali che l’hanno caratterizzata ma anche dalla testimonianza della gente comune, donne che casualmente si sono ritrovate ad attraversare un’epoca, diventandone protagoniste. Le azioni sceniche si susseguono in un paesaggio sonoro, realizzato in acustico dalle interpreti e ispirato di volta in volta alle tradizioni musicali relative al periodo di riferimento.

E così, tra fonti storiche e suggestioni estrapolate dalla letteratura, tra giudicesse, donne del popolo, madri e rivoltose, siamo andate alla ricerca di una memoria, attraverso la semplicità dei gesti, dei suoni che scandiscono i fatti che abbiamo incorporato e fatto nostri, con la convinta intenzione di non essere fedeli allo storico savoiardo di cui ci parla Sergio Atzeni in “Passavamo sulla terra leggeri” ma partendo dal desiderio di raccontare quello che più ci piace e ci rappresenta.

Italia Mundial

Italia Mundial

di e con Federico Buffa

e con Alessandro Nidi – pianoforte

regia Marco Caronna

produzione IMARTS / International Music and Arts

Federico Buffa, assieme al pianista Alessandro Nidi, porta sul palco una delle sue storie più belle: Italia Mundial.

Il giornalista e volto noto di Sky racconta l’indimenticabile vittoria della Nazionale Azzurra ai mondiali di calcio che si tennero in Spagna nel 1982.

L’Italia più amata di sempre vince il Mondiale più bello. I gol di Paolo Rossi, l’urlo di Marco Tardelli, le parate di Dino Zoff, la pipa di Enzo Bearzot, la notte magica del Bernabeu, le braccia al cielo del presidente della Repubblica Sandro Pertini rivivono nell’inconfondibile voce di Federico Buffa ma soprattutto quel patrimonio di aneddoti e “storie parallele” che rendono unici i monologhi di questo formidabile storyteller.

«Buffa è un formidabile storyteller, un narratore di storie che si diramano per mille rivoli. O meglio, i racconti di Buffa hanno una struttura ad albero: il tronco è il calcio, i rami sono le connessioni che via via prendono corpo attraverso associazioni, link, collegamenti, divagazioni. A differenza di alcuni giornalisti sportivi che in passato amavano esibire il loro sapere di fronte a una platea non particolarmente attrezzata, Buffa sa che cultura è innanzitutto fare bene le cose, coltivare i dettagli (magari con alcuni vecchi LP)». Aldo Grasso

Federico Buffa (Milano, 28 luglio 1959) è un giornalista, e telecronista sportivo italiano.

Oltre alla sua attività di telecronista di basket e commentatore sportivo, Buffa ha condotto alcune trasmissioni antologiche sempre a tema sportivo, nelle quali ha dimostrato – secondo Aldo Grasso – di “essere narratore straordinario, capace di fare vera cultura, cioè di stabilire collegamenti, creare connessioni, aprire digressioni” in possesso di uno stile avvolgente ed evocativo.

I segreti dei poeti

I Segreti dei Poeti

( ovvero …le prime stesure )

di Marina Thovez

con Mario Zucca

regia Marina Thovez

Siamo sicuri di conoscere tutte le opere dei poeti italiani?
Dante, Leopardi, D’Annunzio non ci nascondono nulla?

Negli archivi polverosi di una biblioteca ho ritrovato alcune prime stesure dei loro capolavori.

Pagine scarabocchiate, macchiate d’inchiostro, unte, ma erano comunque il primo vagito di opere immortali.

Attraverso queste pagine si evince la lotta per la perfezione, la rabbia cntro la censura, il desiderio sfrenato per la vita… o per la morte… dipende dalla corrente poetica.

Un’ora di spettacolo intelligente, colto e divertente…. una boccata di ossigeno in un mondo dove l’inquinamento culturale ha bucato l’ozono dell’anima.

Parole (In)cantate

Parole (In)cantate
concerto per un’attrice al microfono

Elena Pau – voce
Alessandro Nidi – pianoforte e arrangiamenti musicali

testi (tra gli altri) di Dario Fo, Dacia Maraini, Alberto Moravia, Goffredo Parise,
Roberto Roversi, Pier Paolo Pasolini, Ercole Patti

musiche di Fiorenzo Carpi, Gino Marinuzzi, Gian Franco Maselli, Gino Negri

direzione artistica Marco Parodi
produzione La Fabbrica Illuminata

Parole (In)cantate – concerto per un’attrice al microfono” è un viaggio nella temperie culturale dell’Italia del Novecento, attraverso la riscoperta delle canzoni d’autore firmate da intellettuali e poeti, un progetto de La Fabbrica Illuminata con la direzione artistica di Marco Parodi.

Nel maggio 2016 furono il concerto e il cd “Giro a vuoto – Gli stornelli intellettuali per Laura Betti”. Una tappa importante nella ricerca dell’attrice e cantante Elena Pau sul teatro canzone. Accompagnata al pianoforte da Alessandro Nidi, con la regia di Marco Parodi, ha proposto il repertorio di canzoni scritte per l’attrice emiliana – amica e musa di Pier Paolo Pasolini, scomparsa nel 2004 – da scrittori e poeti come Flaiano, Moravia, lo stesso Pasolini, Arbasino, Soldati, Fortini, Parise, Cederna, Bassani, e musicate da autori come Carpi, Piccioni, Umiliani.

Nel titolo è stato ripreso quello dello spettacolo di cabaret letterario della Betti del 1960 (riproposto in tre edizioni fino al 1964 con la regia di Filippo Crivelli), dove l’attrice interpretava brani musicali ispirati ai testi dei suoi celebri amici letterati. “Giro a vuoto” è approdato con successo a Casalecchio di Reno (BO) nel Teatro Comunale Laura Betti e al Teatro Gerolamo di Milano.

Ciò che è accaduto dopo il maggio 2017 lo racconta lo stesso Nidi, autore delle musiche di scena per diversi teatri italiani e collaboratore di artisti del calibro di Maddalena Crippa, Moni Ovadia, Adriana Asti, Laura Marinoni: «Passano dei mesi ed Elena e Marco mi sorprendono con una proposta inaspettata. Vorrebbero riprendere le canzoni della Betti, aggiungere altri brani scritti da poeti e intellettuali, affidarli alla mia direzione, invitando a suonare con noi l’ottimo contrabbassista Alessandro Atzori e due mostri sacri della musica italiana: Antonio Marangolo ed Ellade Bandini… E così siamo qui, per proporre nuovi testi e nuove musiche. Questa volta con attenzione particolare alle armonie, melodie e ritmi…».

Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo.

Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo

di Sergio Atzeni
edizioni Il Maestrale

I testi poetici di Sergio Atzeni sono stati ripubblicati in edizione critica
a cura di Giancarlo Porcu con il titolo “Versus” (Il Maestrale)

letture di Lea Karen Gramsdorff
progetto sonoro di Simone Dulcis

«Due colori esistono al mondo – Il verde è il secondo»… dice con piglio deciso Sergio Atzeni; frase che dà il titolo alla sua raccolta di poesie, edita postuma da Il Maestrale.

Poesia, la sua, assai originale, fuori dagli itinerari battuti della poesia italiana del Novecento; di taglio lirico narrativo-teatrale; sincopata e dissonante eppure ancor fedele all’endecasillabo e al settenario ben formati. Sarebbe fin troppo facile ravvisare in questi versi la lezione dei poeti americani della beat generation, gli influssi del jazz, delle letterature creole. Ma l’elenco dovrà comprendere poi gli autori più meditativi della Mitteleuropa, i poeti romantici e i fratelli minori decadenti, il grande e solitario Withman. Insomma tutte le letture di uno spirito bennato, sufficientemente anarchico e inquieto.

La sua elocuzione, tuttavia, è legata alla tradizione italiana (colta e popolare) più di quanto non appaia a prima vista. Alla tradizione magari goliardica e ceccoangioliana; dentro la quale potresti anche udire, se resti in religioso ascolto, il singhiozzo di una dissacrata primavera polizianesca, scandalosamente desiderosa di “albe africane”, delle albe assolute dei mistici e dei poveri. Una poesia che ricorda in qualche modo le epoche anticlassiche e plebee; oppure l’Angst in salsa mediterranea.

E che se per un verso può richiamare atmosfere underground, dure e contestatarie: da rock, da rap, da slang metropolitano e quant’altro; d’altro canto annuncia invece uno spirito terribilmente intimista e verginale, ansioso di vita nuova, assetato di diversa più umana giovinezza. Spaventato di purità. […]

Leandro Muoni, dalla Introduzione

Lea Karen Gramsdorff
Di origini tedesche, Lea Karen Gramsdorff nasce nel 1974 Lecco, in Italia. Nel 1996 si diploma come attrice presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e debutta sul grande schermo nel film “ La Cena”, di Ettore Scola.
Seguono molte esperienze televisive e cinematografiche a livello nazionale ed internazionale. Nel 2001 si trasferisce a Cagliari, dove al lavoro di attrice affianca quello di pedagoga teatrale e regista.
Sempre a Cagliari inizia la sua carriera di artista visiva. In duo con l’artista Simone Dulcis (Duo Dulcis/Gramsdorff) realizza progetti installativi site specific.

Simone Dulcis
Simone Dulcis (Milano, 1971), vive e lavora a Cagliari. Dopo la maturità linguistico sperimentale conseguita nel 1989 intensifica gli studi sull’arte e la pittura. Parallelamente frequenta seminari di formazione teatrale approfondendo lo studio sullo spazio scenico. Nel 1998 presenta la prima personale presso la galleria la Bacheca di Cagliari.
Cofondatore della compagnia d’arte Circo Calumèt. Dal 2010 frequenta laboratori di incisione. Collabora come scenografo e sound-designer a progetti di teatro contemporaneo.
In duo con l’artista Lea Gramsdorff (Duo Dulcis/Gramsdorff) realizza progetti installativi site specific.

Toni Servillo legge Grazia Deledda

Toni Servillo legge Grazia Deledda

con Toni Servillo

PRIMA NAZIONALE

Un omaggio a Grazia Deledda, scrittrice nuorese di fama internazionale e vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura, attraverso una selezione di testi in versi e in prosa, nell’interpretazione di uno dei più grandi attori italiani.

Toni Servillo, interprete raffinato e versatile, propone alcune novelle ispirate alla cultura e alle tradizioni della Sardegna, tra storie fantastiche e tranches de vie, sullo sfondo di boschi e rocce, tra il profumo del lentisco. Tra le righe affiorano figure emblematiche di contadini e pastori, accorte massaie e fanciulle sognatrici, sacerdoti e banditi, vecchi e ragazzi, in uno scenario idilliaco e quasi fiabesco: donne e uomini vivono in armonia con la natura, ne conoscono i segreti, il ciclo delle stagioni, i doni preziosi ma anche la durezza.

Una antologia significativa da cui emergono il talento e la forza espressiva dell’autrice, la sua capacità di evocare o forse “inventare” un’Isola affascinante e misteriosa, di mostrarne i molteplici volti, da quello più arcaico e “selvaggio” a quello più sofisticato delle città, di riscoprire miti e leggende e inventare trame complesse e avvincenti, mettendo in luce il conflitto tra il retaggio di una civiltà antica e la modernità, tra passione e ragione, regole sociali e desiderio di libertà.

Un affresco dell’Isola, teatro di amori e vendette, terra di tesori nascosti, di riti e feste, di antichi saperi.

Spazio anche alle poesie, che rivelano un lato più intimistico e lirico di Grazia Deledda, il suo legame con le radici e insieme la sua anima di sarda e italiana, donna del suo tempo, consapevole del passato ma con lo sguardo rivolto al futuro.

Alice canta Battiato

Alice canta Battiato
Alice – voce
Carlo Guaitoli – pianoforte

Alice, nome d’arte di Carla Bissi, è una delle cantautrici italiane più note ed amate dal grande pubblico. La canzone Per Elisa scritta insieme a Franco Battiato e al violinista compositore Giusto Pio, con cui vinse il Festival di Sanremo nel 1981 si impose nelle hit parade nazionale e internazionale. Il sodalizio artistico con Battiato ha caratterizzato una parte importante del percorso musical e e professionale di Alice che oggi presenta il nuovo live tour Alice canta Battiato. In questo viaggio è accompagnata al pianoforte dal maestro Carlo Guaitoli, da tanti anni collaboratore di Battiato in qualità di pianista e direttore d’orchestra.

Alice riesce ad omaggiare l’artista siciliano con autenticità ed eleganza, sia perché sua amica e collaboratrice dagli esordi, ma soprattutto per quell affinità artistica che da sempre li lega e che la rendono un’interprete unica della musica di Franco Battiato.

«Il compositore e autore che sento più vicino e affine, non solo musicalmente, è sicuramente Franco Battiato e da molto tempo, nei vari progetti live e discografici, canto le sue canzoni quelle a cui sento di poter aderire pienamente. Già nel 1985 gli ho reso omaggio con l’album Gioielli rubati e questo programma in qualche modo ne è il naturale proseguimento. Una versione acustica dei brani con i bellissimi arrangiamenti e rielaborazioni per pianoforte del pianista Maestro Carlo Guaitoli, con cui condivido il programma e che sar à con me sul palco, già stretto collaboratore di Franco Battiato da alcuni decenni anche come direttore d’orchestra.

Interpreto canzoni che appartengono ai suo i diversi periodi compositivi, alcune mai cantate prima d’ora e altre che abbiamo cantato insieme per la prima volta nel 2016, nel Tour Battiato e Alice. E poi non ho potuto fare a meno di una breve incursione anche nelle sue cosiddette canzoni mistiche, senza dimenticare quelle nate dalle nostre numerose collaborazioni a partire dal 1980 e che abbiamo scritto insieme come Per Elisa, i nostri duetti oserei dire storici e anche i brani che Franco ha scritto più recentemente per me, Eri con me e Veleni, inclusi rispettivamente nei miei ultimi album Samsara e Weekend.

Ora più che mai è mio profondo desiderio essere semplice strumento insieme a Carlo Guaitoli, per quel che possiamo cogliere e accogliere, di ciò che Franco Battiato ha trasmesso attraverso la sua musica e i suoi testi, in questo suo straordinario passaggio sulla Terra.»

Alice